Il cardinale Scherer: i politici ascoltino il grido degli esclusi
Grande partecipazione, ieri, in tutto il Brasile alle manifestazioni del “Grido degli
esclusi”, l’ormai tradizionale iniziativa di Chiese e movimenti a sostegno dei più
poveri, che quest’anno si è svolta sul tema “La vita al primo posto!” . Ma come è
nata questa manifestazione? Silvonei Protz lo ha chiesto al cardinale Odilo
Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo del Brasile:
R. – Anzitutto,
il “Grido degli esclusi” fa riferimento al grido della proclamazione dell’indipendenza,
188 anni fa. Oggi tanti brasiliani si sentono ancora esclusi dai benefici dell’indipendenza,
del progresso, dello sviluppo economico, dei diritti acquisiti con l’indipendenza
nazionale. Quindi, questo giorno cerca di far sentire ai governanti, alle autorità,
e comunque alla nazione, il grido di coloro che ancora sentono il bisogno di aiuto,
di essere ascoltati, che i loro diritti siano rispettati, presi in considerazione.
C’è uno sviluppo economico che si può vedere, ma tanta, tanta gente è ancora esclusa
da questo sviluppo.
D. – Il “Grido degli esclusi” di quest’anno si situa
nel periodo elettorale. Il prossimo mese di ottobre avremo le elezioni presidenziali
e del Parlamento. Un momento importante anche per sentire questo grido...
R.
– I candidati sono politici che devono in qualche modo raccogliere il “Grido degli
esclusi”, per accogliere nei loro progetti di governo, di amministrazione pubblica,
tutti i bisogni della popolazione. Il “Grido degli esclusi” di quest’anno ha un significato
politico molto particolare.
D. – Secondo lei, qual è la principale sfida
per il prossimo presidente del Brasile?
R. – Sono tante le sfide. Ci
vuole veramente un atteggiamento molto coraggioso, nel senso dello sviluppo sociale,
per superare tante situazioni, perché la gente ancora vive nella miseria, in abitazioni
poco degne e anche nell’insicurezza sociale e culturale.
D. – La Chiesa
cattolica come segue questo processo elettorale?
R. – La Chiesa in Brasile
non ha un’opzione partitica, non indica dei candidati ai fedeli, ma cerca di dare
dei criteri secondo i quali votare delle persone brave e capaci di governare bene,
che rispettino quelli che sono i diritti veri, profondi e fondamentali della persona,
persone che stiano attente ai veri bisogni della popolazione, in modo che gli eletti
siano persone che governano per tutti.