L'assassinio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica: stasera la fiaccolata di solidarietà.
Il vicesindaco: seguiamo il suo esempio
A 24 ore dalla brutale esecuzione a colpi di pistola del sindaco di Pollica nel Cilento,
Angelo Vassallo, prosegue senza sosta il lavoro degli inquirenti. Sul luogo del delitto
amici e concittadini si alternano in queste ore in preghiera o per un semplice saluto
al defunto primo cittadino, noto per il suo impegno a favore della legalità e dell’ambiente.
Domani, il cadavere di Vassallo sarà sottoposto all’autopsia, mentre forse giovedì
potrebbero essere celebrati i funerali. Intanto, questa sera i cittadini di Pollica
parteciperanno ad una fiaccolata per le strade della frazione di Acciaroli. Sul significato
dell’iniziativa Paolo Ondarza ha intervistato il vicesindaco di Pollica, Stefano
Pisani:
R. - Questo
non è soltanto un ricordo alla memoria di Angelo Vassallo, anzi forse non lo è: è
semplicemente la volontà di riprendere la strada che lui ci ha tracciato e riprendere
il futuro che hanno tentato di rubarci. Angelo non si fermava mai e non avrebbe voluto
fermare nemmeno la sua azione amministrativa, in nessuna delle peggiori circostanze.
Lui ci ha lasciato un ultimo insegnamento: se la persona più forte di una comunità
viene colpita, tutti si fanno nuovamente coraggio e mettono da parte la paura. E stasera
ci sarà un’unica cosa sul porto di Acciaroli: il silenzio che parlerà più di tutti,
perché tutti avranno la possibilità di vedere che cosa ha fatto Angelo Vassallo per
il Cilento.
D. - Angelo Vassallo era particolarmente amato dai suoi
cittadini, ma aveva anche dei nemici…
R. - Chi conduce un’azione amministrativa
con fermezza e con degli obiettivi ben chiari non ha la possibilità nemmeno di pensare
di avere solo amici. L’interesse pubblico quando è coltivato, quando è voluto in tutte
le sue forme, rischia di ledere gli interessi privati, piccoli, grandi…
D.
- I pm sono a lavoro, alcuni familiari intervistati ipotizzano, tra le varie piste,
interessi sul porto o altri problemi di droga, che si erano verificati ad Acciaroli
questa estate…
R. - Riusciamo a fatica a fare delle ipotesi. Cerchiamo
di far lavorare soprattutto con la massima celerità gli inquirenti, perché portino
a termine il loro lavoro.
D. - L’uccisione di Angelo Vassallo poteva
essere evitata?
R. - Non riusciamo a rispondere a questo, perché Angelo
non ha dato mai modo, a noi amministratori, di preoccuparci per lui. E’ stato sempre
il nostro scudo, mai noi il suo. Lui riteneva di essere il primo cittadino e, quindi,
colui, che doveva in prima persona rischiare. Quando c’era un provvedimento spinoso
da firmare, lui mi chiamava - ero il suo vicesindaco - e mi diceva: “No, lascia stare,
perché questo lo devo firmare io”. Questo era Angelo Vassallo.
D. -
Il suo appello al mondo politico e istituzionale…
R. - E’ necessario
che prendano finalmente delle decisioni, che nei fatti supportino le amministrazioni
locali, troppo spesso lasciate alla forza dei singoli.