2010-09-06 14:11:13

Lettera dei laici cattolici dell'Asia al Papa e messaggio finale del Congresso di Seoul


Una lettera di ringraziamento a Benedetto XVI per la sua sollecitudine verso la Chiesa in Asia e un messaggio finale, per ribadire che il contributo cristiano è essenziale per la società contemporanea: questi i due documenti conclusivi elaborati dal Congresso dei laici cattolici dell’Asia, terminato ieri a Seoul, in Corea del Sud. Organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici, il convegno ha riflettuto sul tema dell’evangelizzazione del continente asiatico. Il servizio di Isabella Piro:RealAudioMP3

Viviamo in tempi difficili, quasi ovunque sembra che la Chiesa incontri forti venti contrari, abbiamo paura di naufragare. Ma Cristo e il Papa sono saldi al timone della nave, la guidano con dolcezza e serenità, portano il peso della Croce e ci avvicinano a Dio. È questa l’immagine commovente che il Congresso dei laici cattolici dell’Asia tratteggia nella Lettera a Benedetto XVI. “Santità – si legge nella missiva – siamo stati toccati dal Vostro paterno affetto e dalla Vostra vicinanza”, segni tangibili “del ministero universale e della cura missionaria instancabile del Successore di Pietro”. “Pur immersi in una società che sta vivendo profonde trasformazioni – continua la lettera – siamo consapevoli del nostro contributo nella costruzione della comunità cristiana, della nostra vocazione alla carità per il bene di tutti in Asia”. Quindi, la missiva si conclude con un’accorata richiesta al Santo Padre affinché ricordi, nella preghiera, tutti gli eroici testimoni della fede nel continente, insieme alle famiglie, alle associazioni, ai movimenti che, con speranza ed amore, proclamano la Parola di Dio.

Ed una forte consapevolezza dell’importante ruolo dei laici cattolici emerge anche dal Messaggio finale del Congresso: “Siamo un piccolo gregge – si legge nel testo – che non soffre di un complesso o di una paura di essere una minoranza. Non vogliamo essere contenuti entro le mura della Chiesa, ma sentiamo la chiamata ad essere sale e luce del continente asiatico”. Per questo, i laici cattolici ribadiscono: “Vogliamo essere attivi protagonisti nella vita della Chiesa locale in comunione con i nostri vescovi”, perché “siamo pochi, ma al tempo stesso siamo presenti ovunque, mossi dall’amore per tutti i fratelli in Asia, senza eccezioni né discriminazioni. Siamo orgogliosi della ricchezza delle nostre antiche tradizioni culturali, e motivati a condividere la nostra fede in Gesù Cristo, compimento di ogni aspirazione umana”.

Certo, si legge poi nel Messaggio finale, l’Asia vive un processo senza precedenti di crescita e di trasformazione sociale, economica e demografica. Ma restano da affrontare i problemi della promozione della libertà, della giustizia, della solidarietà e dello sviluppo di condizioni di vita più umane. Alla luce di questo, i laici si dicono convinti del contributo cristiano, “unico ed essenziale” per il bene del continente.

Per questo, i cattolici si impegnano a rinnovare i propri sforzi per condividere l’esperienza cristiana nella società. Ma attenzione, si sottolinea nel documento: “Non si tratta di marketing strategico o di proselitismo fanatico, bensì semplicemente del frutto dell’incontro con Gesù”, che fa scaturire naturalmente “il desiderio di portare questa grazia agli altri”.

Anche di fronte ai martiri, alle vittime del fondamentalismo, ai perseguitati a causa della loro fede, esorta il Messaggio, bisogna “prendere coraggio”, “lasciarsi affascinare da Cristo” attraverso l’ascolto della sua Parola, così che ognuno possa diventare “collaboratore indispensabile nella vita della Chiesa”, tracciando “nuove vie per il Vangelo nella società”.

“Siamo portatori del bene supremo per il popolo dell’Asia di oggi e di domani”, conclude il documento finale del Congresso, e “siamo invitati a condividere con gli altri questo grande tesoro che è Gesù Cristo”. Infine, il Messaggio affida tutti i fedeli a Maria, “stella luminosa della nuova evangelizzazione”.







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