2010-09-06 15:32:53

La testimonianza dell’arcivescovo di Algeri: un cristiano tra i musulmani cambia le cose


In un’intervista all’Opera di diritto Pontificio “Aiuto alla Chiesa che soffre”, l’arcivescovo di Algeri, Ghaleb Moussa Abdalla Bader, racconta la sua esperienza nel Paese dove i cristiani sono una netta minoranza: secondo le stime diecimila protestanti e cinquemila cattolici. “Un cristiano in mezzo ai musulmani cambia molte cose – è uno stralcio delle sue dichiarazioni riportate dall’Osservatore Romano – la nostra amicizia e il nostro spirito di servizio fanno sorgere domande nei nostri compatrioti musulmani, del tipo: ‘perché vivono in mezzo a noi nonostante siano minacciati?’”. Dal 2006, infatti, con la promulgazione della legge che in Algeria impedisce di fatto ogni forma di evangelizzazione, la libertà religiosa dei cristiani è stata molto limitata. Le minacce, però, risalgono a prima: uno degli episodi più sanguinosi avvenne nel 1996, quando furono uccisi sette monaci trappisti, tra cui il priore del monastero cistercense di Notre-Dame de l’Atlas, che da allora è deserto. “Ma gli abitanti – prosegue il presule – seguitano a domandarmi quando torneranno altri monaci”. Mons. Bader, da quando è stato consacrato arcivescovo di Algeri, non ha mai smesso di chiedere alle autorità locali garanzie sul diritto dei cristiani di professare liberamente la propria fede. (R.B.)







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