La Chiesa svizzera contro la desertificazione in Burkina Faso
Promuovere lo sviluppo di un’agricoltura più produttiva e sostenibile per le popolazioni
locali. Questo l’obiettivo dei numerosi progetti promossi in Burkina Faso dall’”Action
de Carême”, l’opera caritativa della Chiesa svizzera a favore dei Paesi meno sviluppati
. 16 milioni e mezzo di abitanti (quattro volte meno della popolazione italiana),
il Burkina Faso è il terzo Paese più povero del mondo. Come in altri Paesi africani,
uno dei problemi principali dell’economia locale è la bassa produttività dell’agricoltura
dovuta a metodi arcaici, ma aggravata in questi ultimi anni dall’aumento della siccità
e dal processo di desertificazione causato dai mutamenti climatici. Ed è su questo
fronte – come ha illustrato di recente il responsabile dei programmi in Burkina Faso
e Kenya Felix Wertli, - che è impegnata l’azione di Action de Carême. In collaborazione
con organizzazioni locali e grazie ai fondi raccolti ogni anno in Svizzera con la
Campagna nazionale di Quaresima, l’AdC – riferisce l’agenzia cattolica congolese Dia
- finanzia numerosi progetti: dalla costruzione di piccole dighe per frenare l’erosione
e la dispersione dell’acqua nelle rare occasioni in cui piove, alla promozione nelle
campagne di metodi semplici per risparmiare l’acqua nelle irrigazioni, alla costruzione
di granai per conservare le sementi o di fosse di compost per produrre concime naturale,
alla formazione di persone per la vaccinazione del bestiame. L’AdC di preoccupa anche
di formare collaboratori locali, ad esempio fornendo nozioni di base di contabilità,
fondamentali per gestire questi micro-progetti in villaggi in cui l’analfabetismo
può raggiungere il cento per cento. Grazie a tutti questi interventi, che coinvolgono
un totale di circa 10mila persone, è stato possibile aumentare la produzione agricola
in questi villaggi del 50%. Attualmente l’AdC destina ogni anno al Burkina Faso mezzo
milione di franchi svizzeri. (L.Z.)