Due morti in raid aerei sulla Striscia di Gaza, mentre si discute a livello diplomatico
sugli insediamenti ebraici
In Medio Oriente sempre in primo piano la ripresa dei negoziati diretti fra israeliani
e palestinesi. Il tema oggi è stato al centro della consueta riunione del Consiglio
dei ministri israeliano, che non ha ancora sciolto il nodo cruciale dello stop degli
insediamenti ebraici chiesto dalla controparte. Intanto nelle ultime ore ci sono stati
nuovi raid dell’aviazione israeliana sulla striscia di Gaza. Il servizio di Eugenio
Bonanata:
Caccia
israeliani in azione in risposta ai lanci di razzi da parte di estremisti palestinesi.
Lo scenario si è ripetuto in nottata. Due raid hanno colpito tunnel utilizzati per
il contrabbando, il terzo contro una base delle brigate Ezzedin Al-Qassam, il braccio
armato di Hamas. Il bilancio è di tre vittime e due feriti. I vertici dell’esercito
israeliano hanno confermato l’accaduto, spiegando che uno dei tunnel sarebbe servito
per un attentato contro il territorio ebraico. In questo clima il premier Netanyahu
ha detto che non è stata ancora risolta la questione della moratoria degli insediamenti,
chiesta dai palestinesi nell’ambito dei negoziati. Le parti dovranno incontrarsi nuovamente
il prossimo 14 settembre e il primo ministro ha ribadito di essere ottimista, chiedendo
al Paese di elaborare risposte nuove in vista di soluzioni pratiche. Sul versante
palestinese il portavoce del Presidente Abu Mazen ha respinto duramente le critiche
avanzate dal leader iraniano Ahmadinejad che, all’indomani della ripresa dei colloqui,
aveva definito Abu Mazen “un ostaggio degli israeliani”, che non ha il diritto di
negoziare per conto del popolo palestinese.