Il Sudafrica ha deciso di ritirare il permesso di soggiorno ai profughi dello Zimbabwe
Il 2 settembre scorso il governo sudafricano ha annunciato che entro la fine dell’anno
ritirerà il permesso speciale di risiedere in Sudafrica senza documenti, concesso
a migliaia di cittadini dello Zimbabwe, che quindi verranno espulsi. La comunità di
zimbabweani in Sudafrica è molto forte: circa un milione e mezzo di persone fuggite
alla fame e alle persecuzioni politiche del proprio Paese. La situazione è stata spiegata
alla Fides da padre Mario Tessarotto, missionario scalabriniano che a Città del Capo
assiste i rifugiati provenienti da altri Paesi africani: “Penso sia un provvedimento
di difficile attuazione – ha raccontato – noi missionari cerchiamo di calmare gli
animi e di promuovere progetti di sviluppo a beneficio sia dei rifugiati sia dei sudafricani,
per far loro comprendere che gli zimbabweani non sono venuti a rubare loro il lavoro”.
Tra i Paesi del Sudafrica e dello Zimbabwe la situazione politica è molto delicata
e complessa e coinvolge i due principali partiti al potere: l’Anc, la maggioranza
in Sudafrica, è diviso tra una corrente populista vicina al presidente dello Zimbabwe
Mugabe, che è favorevole al rimpatrio dei rifugiati, e un’altra che vuole mantenere
buoni rapporti con gli Stati Uniti. C’è il rischio, inoltre, di una ripresa della
violenza politica nello Zimbabwe in coincidenza con le elezioni del 2011. Oltre agli
zimbabweani, in Sudafrica c’è una forte presenza di immigrati dal Mozambico, anch’essi
oggetto di episodi di discriminazione e violenza. (R.B.)