2010-09-03 11:40:15

Si è spento l'arcivescovo cinese Yang Shudao, per 29 anni in carcere a causa della fede


Il 28 agosto scorso è deceduto, nel villaggio natale di Toubao, nella contea di Lianjiang, all’età di 91 anni, mons. Giovanni Yang Shudao, arcivescovo emerito di Fuzhou (Cina Continentale). Due giorni prima, era stato ricoverato nell’ospedale di Fuzhou in seguito ad arresto cardiaco. Il presule era nato il 16 aprile 1919: entrato a 14 anni nel seminario minore di Fuzhou, dopo aver completato gli studi filosofici e teologici nel seminario maggiore, fu ordinato sacerdote il 7 ottobre 1947. Apparteneva a quella generazione di sacerdoti, che furono formati nei seminari della Cina prima della nascita della Repubblica Popolare Cinese. Ricevette la consacrazione episcopale il 10 febbraio 1987. Da sacerdote passò ventisei anni in prigione. Nel 1955, infatti, era stato condannato al carcere a vita a causa della sua fede e per aver rifiutato di rinnegare il Papa come capo della Chiesa cattolica. Liberato nel 1981, fu arrestato un’altra volta per un periodo di tre anni. In seguito è vissuto, quasi sempre, a domicilio coatto o sotto stretto controllo. Chi lo ha conosciuto testimonia che è stato un uomo pieno di zelo, deciso ed inflessibile nei suoi principi. Era un grande organizzatore, nonostante le gravi difficoltà che la comunità cattolica dell’arcidiocesi ha incontrato negli ultimi decenni. I funerali di Mons. Yang, svoltisi in forma privata e sotto stretta sorveglianza delle forze di sicurezza, sono stati celebrati il primo settembre scorso. I fedeli del mondo intero si uniscono ai cattolici di Fuzhou per rendere omaggio a un vescovo che, con la sua testimonianza eroica per il Vangelo e per la fedeltà alla sua fede, ha passato un terzo della sua vita in carcere.







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