Pakistan: non si attenua l'emergenza umanitaria ad un mese dalle alluvioni
Ad un mese dalle inondazioni, resta drammatica la situazione in Pakistan. Nonostante
la grande mobilitazione della comunità internazionale, sono milioni le persone che
continuano a dipendere totalmente dagli aiuti internazionali. E si segnalano le prime
manifestazioni di rabbia tra gli alluvionati, che denunciano il ritardo nella distribuzione
dei generi di prima necessità. La Croce Rossa Internazionale sottolinea che la tensione
sta mettendo in grande difficoltà i soccorritori. Sulla situazione generale nel Paese,
Salvatore Sabatino ha sentito Maurizio Giuliano, portavoce dell'Ufficio
per il coordinamento Onu degli Affari umanitari in Pakistan:
R. – Dobbiamo
renderci conto che il peggio non è ancora arrivato: le inondazioni continuano e anche
quando la pioggia sarà finita - speriamo entro al fine del mese - è chiaro che il
peggio, cioè le malattie, la fame, dovrà ancora arrivare.
D. – Quali
sono le necessità della popolazione, in questo momento?
R. – Ancora
una volta, l’acqua è la necessità più importante perché la gente è circondata da acqua
contaminata e per sopravvivere non ha altra scelta che berla, il che comporta ovviamente
rischi molto alti di malattie di origine idrica: diarrea, colera e altri tipi di patologie
varie. Un altro bisogno è il cibo. Abbiamo dato cibo a più di sei milioni di persone,
ma ci sono almeno tre milioni che non ne hanno ancora ricevuto. E ancora, mancano
tende o altro tipo di rifugio per milioni di persone che dormono ancora all’aria aperta.
D.
– La comunità internazionale si è mobilitata per questa emergenza?
R.
– La comunità internazionale si è mobilitata, la risposta è stata buona, siamo finanziati
al 63 per cento. Tuttavia, visto che i bisogni sono sicuramente molto più elevati
di quanto si parlava all’inizio, è indispensabile che gli aiuti continuino ad arrivare
in termini di finanziamenti.
D. – Vuole lanciare un appello dalle frequenze
della Radio Vaticana?
R. – Il nostro appello è che la comunità internazionale
continui a finanziare in modo sostenuto l’attività delle Nazioni Unite e dei suoi
partner, che per ora è stimata in 460 milioni di dollari ma sappiamo già che servirà
molto di più, sicuramente almeno un miliardo di dollari, in modo che ci sia possibile
rispondere ai bisogni vitali di sei-otto milioni di persone.
Pakistan,
violenze Non si ferma la violenza in Pakistan. Almeno 23 persone sono morte
in un attacco kamikaze contro un corteo sciita nella città di Quetta, nel sud del
Paese. Secondo fonti di polizia, l’attentatore si è fatto esplodere nel mezzo di una
manifestazione per la Giornata di solidarietà al popolo palestinese.
Afghanistan Nel
secondo giorno della sua visita a sorpresa in Afghanistan, il segretario americano
alla Difesa, Robert Gates, si è recato a Kandahar, roccaforte dei talebani nel sud
del Paese, dove ha incontrato le truppe statunitensi dispiegate nella provincia. Il
capo del Pentagono ieri ha avuto colloqui con il presidente, Hamid Karzai, e il generale,
David Petraeus, comandante delle truppe statunitensi e Nato nel Paese. L’arrivo di
Gates in Afghanistan è coinciso con un drammatico raid condotto dalle forze Nato nel
distretto di Rustaq. I bombardamenti sono costati la vita a 10 civili.
Iran,
lapidazione Sakineh Cresce l’attenzione internazionale sul caso di Sakineh
Mohammadi-Ashtiani, condannata in Iran a morte tramite lapidazione per adulterio.
Oggi, a parlare è il figlio della donna che, in un’intervista al Corriere della Sera,
ha chiesto che la pressione su Teheran continui senza sosta. Ieri, si è mobilitata
l’Italia con un sit-in davanti all’ambasciata di Teheran a Roma: una manifestazione
bipartisan, priva di bandiere di partito, per sottolineare “la battaglia universale”
messa in campo per la difesa dei diritti umani.
Golfo Messico: nuovo incidente
piattaforma petrolifera A distanza di quattro mesi dall’incidente che ha causato
una marea nera senza precedenti, è tornata la paura ieri nel Golfo del Messico, dov’è
esplosa un’altra piattaforma, sempre al largo della Louisiana. La Guardia costiera
Usa ha confermato che le fiamme già nella notte sono state spente e che non vi sono
vittime. E a poche ore dal nuovo incidente, il colosso petrolifero britannico Bp,
responsabile della marea nera dei mesi scorsi, ha informato che, ad oggi, la perdita
di petrolio è costata al gruppo circa otto miliardi di dollari e che la piattaforma
Deepwater Horizon verrà definitivamente chiusa fra due settimane. Bp ha inoltre ricordato
di aver acconsentito alla creazione di un fondo di 20 miliardi di dollari per i risarcimenti
alle vittime del disastro ambientale.
Messico Ennesima fiammata di
violenza ieri in Messico. Uno scontro a fuoco tra militari ed elementi di una gang
criminale vicino a Monterrey, ha causato la morte di 25 persone. La capitale industriale
del Paese si trova nello stato di Tamaulipas, dove sono attivi i narcos del cartello
degli Zetas, ritenuti responsabili del recente massacro di 72 migranti nella località
di San Fernando.
Usa uragano Cala l’allerta per l'uragano Earl che,
nonostante le piogge e i forti venti, ha raggiunto le coste del North Carolina con
un impatto meno potente di quanto calcolato all'inizio. Earl si sta dirigendo adesso
verso il New England e il Canada ed è stato declassato da categoria 4 a categoria
2. Un’ulteriore diminuzione dell'intensità dell'uragano è prevista nelle prossime
24-36 ore, anche se Earl viene comunque considerato pericoloso.
Russia export
grano e incendi Il bando sull’export di grano russo non sarà revocato prima
della raccolta del 2011. Lo ha stabilito ieri il premier, Vladimir Putin, spiegando
che la cancellazione di questa misura potrà essere considerata solo dopo che “i raccolti
del prossimo anno saranno stati mietuti e che la situazione sarà chiara”. Lo stop
alle esportazioni di grano, previsto inizialmente fino al prossimo 31 dicembre, era
stato introdotto il 15 agosto dopo che una prolungata ondata di caldo e di siccità
aveva distrutto parte del raccolto. Intanto, in Russia si riffaccia lo spettro degli
incendi. Almeno cinque persone sono morte e 14 sono rimaste ferite per i roghi scoppiati
ieri nella regione meridionale di Volgograd. Le fiamme hanno distrutto oltre 500 abitazioni.
Datieconomia Continuano ad arrivare segnali di ripresa dall’economia europea.
Il commercio al dettaglio nell'eurozona a luglio è lievemente cresciuto dello 0,1%
rispetto a giugno. Su base annua l’aumento è dell’1,1% nell'eurozona e dell'1,0% nell'Ue-27.
Occhi puntati, adesso, sui dati sull'andamento dell'economia Usa che saranno diffusi
nel primo pomeriggio.
Germania: Bundesbank espelle Sarrazin In Germania,
è polemica riguardo la decisione dei vertici della Bundesbank di esonerare dal consiglio
direttivo, Thilo Sarrazin, autore del controverso libro “La Germania si distrugge
da sola”, in cui si paventa un futuro islamico per il Paese. Secondo la stampa tedesca,
la Banca centrale ha perso l'indipendenza e si è piegata al mondo politico che nei
giorni scorsi aveva invocato con forza l’estromissione dell’ex ministro socialdemocratico
delle Finanze per via delle sue tesi sugli immigrati di religione musulmana. Sulla
questione è intervenuto anche il presidente dell'Associazione dei giudici tedeschi,
Joachim Vetter, affermando che “le dichiarazioni di Sarrazin, per quanto possano essere
considerate astruse, non sono affatto sufficienti per farlo licenziare”. Spetta tuttavia
al presidente tedesco, Christian Wulff, l'ultima parola sull'esonero di Sarrazin,
la cui nomina è di origine politica. (Panoramica internazionale a cura di Marco
Guerra)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV
no. 246
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