2010-09-03 14:13:31

Negoziati diretti israelo-palestinesi a Washington: il dialogo continua


L’attenzione della comunità internazionale è puntata in questi giorni sui colloqui diretti israelo-palestinesi, iniziati ieri a Washington. Nel loro primo incontro, il premier Netanyahu ed il presidente Abu Mazen hanno espresso la volontà di continuare il dialogo per risolvere definitivamente la crisi mediorientale. Prossimo appuntamento, il 14 settembre in Egitto, a cui seguiranno incontri con cadenza quindicinale. Tra gli ostacoli da superare la questione degli insediamenti israeliani nei Territori e l’ostilità al dialogo, manifestata attraverso attacchi e attentati, degli estremisti di Hamas, che ieri hanno costituito con altri gruppi un cartello per combattere strenuamente qualsiasi negoziato con lo Stato israeliano. Per un commento sulla prima tappa del percorso negoziale, Giancarlo La Vella ha raccolto il commento di Janiki Cingoli, direttore del Cipmo, Centro Italiano per la pace in Medio Oriente:RealAudioMP3

R. - Io credo che prevalga una profonda incertezza, perché di certo il clima è positivo, ma tuttavia c’è sui colloqui l’incombere della data del 26 settembre, quando scadrà cioè la moratoria sugli insediamenti israeliani nei Territori. Già i palestinesi avevano giudicato la misura del tutto insufficiente e adesso chiedono che sia comunque prorogata. Il presidente palestinese Abu Mazen ha minacciato di lasciare il negoziato se gli insediamenti dovessero riprendere.

D. - Quale potrebbe essere una soluzione condivisa sugli insediamenti israeliani?

R. - Potrebbe essere quella che è stata praticata su Gerusalemme e cioè che la moratoria non venga rinnovata, ma tacitamente si blocchi il rilascio di nuovi permessi a costruire. Non so se questo sarà, però, possibile, perché la pressione della destra israeliana anche all’interno del Likud è molto forte.

D. - Da parte dell’estremismo palestinese - Hamas in testa - c’è una contrarietà dichiarata ai negoziati con Israele. Quanto influirà questo atteggiamento sul buon andamento dei colloqui?

R. - Hamas parla con gli attentati, perché vuole mettere in difficoltà evidente Abu Mazen e la repressione operata dall’Autorità Nazionale Palestinese non è stata sinora in grado di soffocarne le capacità operative. Il problema ora è se questo negoziato intende in prospettiva essere inclusivo e quindi coinvolgere in prospettiva almeno la stessa Hamas. E’ chiaro che chi si sente escluso crea guasti.

Anche la comunità cristiana di Terra Santa guarda con interesse a questa nuova fase della crisi mediorientale, al centro della quale rimane la questione dello status di Gerusalemme, Città Santa per ebrei, cristiani e musulmani. Giancarlo La Vella ha intervistato padre Pierbattista Pizzaballa, custode francescano di Terra Santa:RealAudioMP3

R. - Si viene da un periodo piuttosto lungo di sospetti, di paure e di tensioni non indifferenti. Era inevitabile che all’inizio ci fossero, quindi, slanci di ottimismo e di speranza, ma anche momenti di stallo. Siamo soltanto all’inizio e bisogna vedere come sarà il proseguimento dei colloqui. Certo gli ostacoli non mancano e ce ne saranno tanti ancora. L’auspicio è che, nonostante le difficoltà, ci sia la reale volontà da ambedue le parti di superare le difficoltà e di arrivare ad un compromesso.

D. - Uno dei temi di cui si sta parlando poco, ma sempre fondamentale, è quello dello status di Gerusalemme. Quale soluzione è auspicabile?

R. – Questa è la questione delle questioni. La soluzione auspicabile è che, senza alcuna divisione fisica della città, ambedue le parti possano avere Gerusalemme come punto di riferimento e che la città abbia un suo status particolare. Da parte nostra è importante sottolineare che il carattere anche cristiano della città sia preservato. Fra le trattative si parla sempre di ebrei e musulmani e, a volte, si mette un po’ in disparte il fatto che la Città Santa è anche cristiana.

D. - Ha senso risolvere la crisi mediorientale non ascoltando tutte le realtà che vivono nella regione, tra le quali proprio quella cristiana?

R. – No, bisogna ascoltare assolutamente tutti. Non bisogna lasciarsi fagocitare da nessuno, naturalmente, ma bisogna ascoltare le sensibilità di tutti. Le soluzioni che non tendono conto della complessità di questa città non avranno sicuramente effetto!







All the contents on this site are copyrighted ©.