Il Papa ai giovani della Gmg 2011: in una società che crea “paradisi” senza Dio mettete
in Lui le vostre speranze
“Siate testimoni della speranza cristiana” nell’era della globalizzazione, che preferisce
ignorare o accantonare Dio e creare dei “paradisi” alternativi. E’ una delle molte
esortazioni che costellano il Messaggio di Benedetto XVI ai giovani che parteciperanno
alla prossima Giornata mondiale della gioventù, in programma a Madrid nel 2011. Il
Papa invita i giovani a maturare una fede solida, fondata in Cristo, che è garanzia
di serenità. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Radicati
nella fiducia in Gesù in un mondo che si fida solo di se stesso. Fondati sulla roccia
della Parola di Dio, in un’epoca che ha paura di credere in qualche verità. Saldi
nella fede che da duemila anni trasforma il mondo con il suo messaggio di amore e
di speranza. Benedetto XVI scinde nei singoli termini lo slogan della prossima Gmg
e ne distilla la sapienza, spiegando ai giovani cosa significhi, nel profondo, avvicinarsi
all’appuntamento di Madrid riflettendo sulla frase-pilota di San Paolo “Radicati e
fondati in Cristo, saldi nella fede”. Analisi del mondo, tradizione della Chiesa,
ricordi personali di gioventù: nel Messaggio del Papa aspetti diversi si intrecciano
con fluidità, scrutando nel cuore dei giovani, pensando alle loro esigenze e proponendo
le risposte del Vangelo. La vostra, scrive Benedetto XVI ai giovani, è la stagione
in cui si cercano “stabilità e sicurezza” – come un lavoro sicuro e degli affetti.
Ma l’essere giovane, osserva, porta spontaneamente con sé il desiderio di un “qualcosa
di più della quotidianità regolare”, un “anelito “per ciò che è grande, per l’infinito”.
E questo, afferma il Pontefice, è “l’impronta di Dio” in noi. Allora, prosegue, “è
un controsenso pretendere di eliminare Dio per far vivere l’uomo” come troppo spesso
accade oggi:
“La cultura attuale in alcune aree del mondo, soprattutto
in Occidente, tende ad escludere Dio, o a considerare la fede come un fatto privato,
senza alcuna rilevanza nella vita sociale. Mentre l’insieme dei valori che sono alla
base della società proviene dal Vangelo – come il senso della dignità della persona,
della solidarietà, del lavoro e della famiglia – si constata una sorta di ‘eclissi
di Dio’, una certa amnesia, se non un vero rifiuto del Cristianesimo e una negazione
del tesoro della fede ricevuta, col rischio di perdere la propria identità profonda”.
La
frase di San Paolo, scelta come tema della prossima Gmg, aiuta proprio a non smarrire
l’identità cristiana. Anzitutto, indica Benedetto XVI, perché invita a “radicarsi”:
come un albero “a stendere le radici” in Dio, a “riporre la propria fiducia” in Lui.
In questo modo, un giovane che è sulla soglia delle grandi scelte, incontrando Cristo,
può imprimere alla propria vita “un dinamismo nuovo”. Inoltre, la frase di San Paolo
spinge a scavare in profondità e a fondare le proprie scelte sulla roccia di Cristo:
“Sentitelo
come il vero Amico con cui condividere il cammino della vostra vita. Con Lui accanto
sarete capaci di affrontare con coraggio e speranza le difficoltà, i problemi, anche
le delusioni e le sconfitte. Vi vengono presentate continuamente proposte più facili,
ma voi stessi vi accorgete che si rivelano ingannevoli, non vi danno serenità e gioia.
Solo la Parola di Dio ci indica la via autentica”.
Non solo. San Paolo
invita i cristiani di Colossi, ai quali scrive, a stare “saldi nella fede”. Questo
perché, ricorda il Pontefice, in quell’antica comunità si agitavano idee analoghe
a quelle del “nostro contesto culturale”:
“Infatti, c’è una forte corrente
di pensiero laicista che vuole emarginare Dio dalla vita delle persone e della società,
prospettando e tentando di creare un ‘paradiso’ senza di Lui. Ma l’esperienza insegna
che il mondo senza Dio diventa un ‘inferno’ (…) Al contrario, là dove le persone e
i popoli accolgono la presenza di Dio, lo adorano nella verità e ascoltano la sua
voce, si costruisce concretamente la civiltà dell’amore”.
Amore che
per Cristo passò per l’offerta della Croce e per i cristiani di oggi nell’accoglienza
di quel dono supremo, che non è – ribadisce Benedetto XVI – “la negazione della vita”,
ma “l’espressione massima” dell’amore di Dio. Dunque, sintetizza il Papa, è necessario
“avere un contatto sensibile con Gesù”, imparare a sentire la sua presenza, al di
là – stigmatizza – di quelle “tante immagini di Gesù” che circolano oggi e che si
“spacciano per scientifiche”. Tale contatto, soggiunge, si può sviluppare nella preghiera,
nella vita dei Sacramenti, nel servizio ai poveri. Del resto, conclude il Papa – invitando
i giovani a prepararsi “intensamente all’appuntamento di Madrid” – nella storia della
Chiesa non mancano i grandi esempi di persone che dalla Croce di Cristo hanno attinto
la forza per cambiare il mondo, i Santi e i martiri, i quali furono “artigiani di
pace, promotori di giustizia, animatori di un mondo più umano, un mondo secondo Dio”.
Nell’Europa
che “ha bisogno di ritrovare le sue radici cristiane” e in generale nel pianeta “nell’era
della globalizzazione”, è l’invito finale di Benedetto XVI ai giovani:
“Siate
testimoni della speranza cristiana (…) sono molti coloro che desiderano ricevere questa
speranza (…) Anche voi, se crederete, se saprete vivere e testimoniare la vostra fede
ogni giorno, diventerete strumento per far ritrovare ad altri giovani come voi il
senso e la gioia della vita, che nasce dall’incontro con Cristo!”.