2010-09-03 14:29:46

Al via il pellegrinaggio dei parlamentari italiani in Russia guidato da mons. Fisichella


Prenderà il via domani, e durerà fino al 9 settembre, l’ormai tradizionale pellegrinaggio dei parlamentari italiani guidato da mons. Rino Fisichella, cappellano di Montecitorio e presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione dell’occidente. Dopo la Terra Santa, la Siria e la Turchia, quest’anno è la volta di Mosca e San Pietroburgo, mete di un viaggio che ha come obiettivi la scoperta delle radici della fede cristiana e l’incontro con la Chiesa d’Oriente. Ma quali saranno i momenti essenziali di questo pellegrinaggio al quale prenderanno parte ottanta tra deputati e senatori accompagnati dalle rispettive famiglie? Federico Piana lo ha chiesto proprio a mons. Rino Fisichella:RealAudioMP3

R. – Le tappe sono significative, perché non soltanto avremo la possibilità di avere contatto con la comunità locale, e quindi con quella Chiesa locale che sta scoprendo sempre di più la sua presenza in quella terra, e quindi avremo anche l’opportunità non solo di celebrare la Santa Eucaristia nella cattedrale cattolica di Mosca, ma anche nella chiesa di San Luigi dei Francesi che è l’unica chiesa che anche durante il lungo periodo comunista rimase aperta. Avremo anche l’opportunità di incontrare il rappresentante del Patriarca Cirillo, sua eminenza Hilarion, e questo sarà un ulteriore momento per esprimere anche una vicinanza ed una collaborazione che tra Occidente e Oriente, in questa Europa, che si apre sempre di più alle grandi sfide, i politici sono chiamati ad avere.

D. – Questa è un’occasione molto importante, perché dà la possibilità ai politici che partecipano di approfondire il senso dell’essere cristiani impegnati in politica …

R. – Avremo come sottofondo di riflessione questa espressione che ho desunto dalla lettera del vescovo Ignazio di Antiochia, che dice proprio cosi: “Esercita la tua saggezza nelle cose che vedi e chiedi di conoscere quelle invisibili, perché nulla ti manchi”. Ci sono due aspetti. Esercita la tua saggezza nelle cose che vedi: il politico è chiamato, in primo luogo, ad esercitare e ad operare in quella che è la realtà quotidiana, perché venga raggiunto – attraverso la sua azione – il bene di tutti; quindi, quei principi fondamentali che seguono la dottrina sociale della Chiesa. Però, c’è anche la seconda parte: chiedi di conoscere le cose invisibili, perché nulla ti manca. E quindi l’impatto del politico – giustificato dal suo essere credente impegnato in politica – non può limitarsi soltanto a gestire il reale, ma deve dare significato a questa sua presenza nella politica, perché è sempre alla scoperta delle cose invisibili, e quindi aperto continuamente a quel mistero che dà senso alla vita di tutti noi ma in modo particolare all’operato di quanti rappresentano il Paese.

D. – Da queste esperienze così intense di solito i politici cosa portano al ritorno?

R. – L’esperienza di questi anni ha mostrato che riportano – mi permetto di dire – una vera crescita spirituale e una grande crescita di amicizia, anche, e di rapporto di stima reciproca. Al pellegrinaggio vengono parlamentari di tutti gli schieramenti, e quindi è un momento vissuto come una genuina esperienza di fede, per alcuni, e anche di ricerca della fede, per altri. E quando ritornano, posso notare che c’è certamente un entusiasmo più grande nell’aver vissuto questa esperienza, nell’aver accresciuto anche un rapporto di stima e di amicizia che spesso non si realizza all’interno dell’aula parlamentare ma che, in momenti come questi, invece, diventa molto più facile, comprensibile e anche più efficace. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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