2010-09-02 14:31:23

Il vescovo di Locri: “Nulla lega il sentimento religioso alla ’ndrangheta”


“La storia di Polsi la fanno ogni anno coloro che affrontano di notte il viaggio a piedi o sui camion e giungono qui tra canti e suoni, per esprimere la gioia di incontrare ancora la Madonna e riporre in lei la speranza che nutrono nell’animo di poter superare o almeno sopportare le difficoltà della vita. Se altri vengono qui con l’illusione di poter dare un significato religioso alle loro attività illegali che nulla hanno da condividere con la nostra fede cristiana, o a trasmettere poteri che sono espressione non dell’amore di Dio, è un problema loro e non nostro: questo sia chiaro una volta per sempre”. Ha parlato senza mezzi termini, oggi, mons. Giuseppe Fiorini-Morosini, vescovo di Locri-Gerace, nell’omelia della celebrazione della festa della Madonna della Montagna. Il presule si riferiva allo scorso anno, quando, in contemporanea con la festa, a Polsi si svolse una riunione della ’ndrangheta nel corso della quale il boss di Rosarno, Domenico Oppedisano, fu “incoronato” capo assoluto dell’organizzazione criminale. Le immagini dell’incontro girate dalle forze dell’ordine hanno fatto il giro del mondo e hanno consentito la cattura del boss e di altri esponenti delle ’ndrine. “Non c’è nulla che possa legare il sentimento religioso alla ’ndrangheta - ha ribadito il vescovo rivolgendosi direttamente ai boss e spiegando che d’ora in poi la Madonna della montagna sarà festeggiata come la Madonna della conversione – la Chiesa, come madre amorosa, vi allarga le braccia e vi invita alla conversione, dichiarandovi che anche per voi c’è la misericordia benevola di Gesù Cristo, che è morto per tutti sulla croce. La Chiesa è forse l’unica istituzione che crede nella vostra conversione; nella società generalmente c’è solo la speranza di vedervi in carcere, la Chiesa va oltre, vuole il cambiamento della vostra vita”. A quanti, in questi giorni, chiedevano più o meno direttamente l’abolizione della festa e la chiusura del Santuario, infine, il presule ha risposto così: “Come vescovo non mi sento di interrompere questa tradizione di fede – ha detto – tradirei la mia missione di guida religiosa e umilierei tutti voi, dei quali ogni anno constato la devozione”. (R.B.)







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