Il cardinale Erdő inaugura il Pellegrinaggio verde delle Chiese europee
La custodia del creato per salvare la pace, al centro del Pellegrinaggio verde delle
Chiese europee, attraverso Ungheria, Slovacchia ed Austria. Partito ieri pomeriggio
dalla città ungherese di Esztergom, diretto a Bratislava, giungerà domani in Austria,
dove si concluderà domenica nel Santuario di Mariazell. Il servizio di Roberta
Gisotti:
I cristiani
siano i primi, con chiarezza e fermezza, “ad evitare lo sfruttamento dei beni, delle
risorse, delle energie del creato e a promuovere con vigore lo sviluppo integrale
dell’uomo e del mondo”, nei tempi e nei modi giusti ed efficaci. Cosi, il cardinale
Peter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapers e presidente
dei vescovi europei, inaugurando nella sua diocesi il Pellegrinaggio verde, che raccoglie
l’invito lanciato dal Papa nella Giornata della pace 2010: “Se vuoi coltivare la pace,
custodisci il creato”. In marcia vescovi e responsabili delle Chiese europee per l’ambiente,
per testimoniare che “Dio ci ha fatti tutti amministratori dei suoi doni”, ma “dai
suoi figli rinati nel Battesimo” – ha sottolineato il cardinale Erdő
– Dio si aspetta “senz’altro una presa di posizione decisa”, nella consapevolezza
che “curando il bene comune” “si promuove una società giusta e sicura”. Da qui, il
richiamo ad una ecologia ambientale sostenuta da un’ecologia umana, dove “la prima
creatura a dover essere protetta è proprio l’uomo”, ha ammonito il porporato, ricordando
che “un individualismo materialista che non vede altro se non il profitto immediato,
genera ingiustizia, distruzione e paura”. Ecco l’importanza per i cristiani d’Europa
di ritrovarsi insieme in questo pellegrinaggio nella preghiera, come spiega lo stesso
cardinale Erdő al microfono di Marta Vertse, incaricata
del programma ungherese della nostra emittente:
R. – Siamo qui prima
di tutto, per pregare: per il nostro continente, per pregare per la conversione dei
nostri cuori, perché il deterioramento dell’ambiente dipende anche dall’attività umana.
Per tutte le azioni umane, siamo infatti responsabili, perché la moralità vale per
tutto ciò che si chiama “atto umano”, per tutto ciò che è consapevole e libero. Per
questo, dobbiamo sensibilizzare la gente. Dobbiamo dimostrare che molto dipende anche
dal nostro comportamento personale. Non è possibile vivere soltanto in funzione dei
vantaggi materiali del momento, per il benessere preso nel senso strettissimo della
parola, per 'star bene' in questo momento; ma bisogna pensare alle generazioni future,
bisogna valutare la possibilità di sopravvivere di altre persone sul nostro pianeta.
Quindi, è una grande responsabilità che dobbiamo affrontare con fede e con speranza.
D.
– Qual è il significato di questo pellegrinaggio dal punto di vista ecumenico?
R.
– Tutti noi cristiani crediamo nella Creazione ed abbiamo rispetto verso la vita del
mondo creato proprio perché è una manifestazione della saggezza e dell’amore divino.
E quindi, è un punto su cui tutti noi cristiani possiamo essere uniti, sia nel ragionamento,
sia nell’azione.