Messaggio del Papa ai cattolici dell'Asia: siate testimoni della bellezza di essere
cristiani
La Chiesa in Asia testimoni sempre più la bellezza dell’essere cristiani: questo,
in sintesi, l’auspicio espresso da Benedetto XVI nel messaggio indirizzato al Congresso
dei laici cattolici dell’Asia, in corso a Seoul, in Corea del Sud, fino a domenica.
Il messaggio papale è stato letto stamani dal nunzio apostolico nel Paese, mons. Osvaldo
Padilla. Al centro del documento pontificio anche il richiamo al “ruolo indispensabile
dei fedeli laici nella missione della Chiesa”. Il servizio di Isabella Piro:
Testimoniare
l’incomparabile bellezza dell’essere cristiani e annunciare Gesù Cristo come unico
Salvatore del mondo: è questo il mandato che Benedetto XVI affida alla Chiesa in Asia.
Un continente che accoglie i due terzi della popolazione mondiale, sottolinea il Papa,
culla di grandi religioni e tradizioni spirituali, che vede una crescita economica
e una trasformazione sociale senza precedenti. Ed è proprio in questo contesto, allora,
afferma Benedetto XVI, che i cattolici sono chiamati ad essere un segno e una promessa
di quell’unità che solo Cristo rende possibile.
“I popoli dell’Asia
hanno bisogno di Gesù Cristo e del suo Vangelo”, ricorda poi il Santo Padre citando
l’Esortazione apostolica post-sinodale “Ecclesia in Asia”, siglata da Giovanni Paolo
II nel 1999. Per questo, accompagnati da una “sana formazione spirituale e catechistica”,
essi devono essere “incoraggiati a collaborare attivamente, non solo a costruire le
loro comunità cristiane locali, ma anche a percorrere nuove strade per il Vangelo
in ogni settore della società”. In particolare, il Papa ribadisce l’importanza di
testimoniare la verità evangelica nella vita coniugale e familiare, nella difesa della
vita dal concepimento fino alla morte naturale, nella cura dei poveri e degli emarginati,
nel perdono dei nemici, nella pratica della giustizia e della solidarietà sui luoghi
di lavoro.
“Il numero crescente di laici impegnati, preparati ed entusiasti
è un segno di speranza immensa per il futuro della Chiesa in Asia”, continua il Santo
Padre, ringraziando il lavoro eccellente svolto da catechisti, movimenti apostolici
ed ecclesiali: ognuno nel proprio campo, infatti, porta ad “un incontro più profondo
con il Signore Risorto”, promuove la dignità umana e dimostra l’universalità del messaggio
evangelico. Sottolineando, quindi, “il ruolo indispensabile dei fedeli laici nella
missione della Chiesa”, il Papa esorta ogni cattolico a seguire l’esempio di San Paolo
per portare agli altri la verità, la gioia e la bellezza di Gesù, senza scoraggiarsi
di fronte alle difficoltà. Infine, il Santo Padre affida il Congresso all’intercessione
di Maria.
In precedenza, durante la Messa di apertura del Congresso
ed il successivo discorso inaugurale, il cardinale Rylko, presidente del Pontificio
Consiglio per i Laici che ha promosso l’evento, ha sottolineato alcuni punti-chiave
del convegno. Innanzitutto, il porporato ha ricordato che l’evangelizzazione costituisce
la ragion d’essere della Chiesa e che essa, portata avanti dallo Spirito Santo, non
è mai proselitismo, bensì risposta al diritto di ricevere l’annuncio della Buona Novella.
Un diritto che però talvolta, in Asia, non viene rispettato poiché non mancano casi
di persecuzioni religiose. I cristiani del continente asiatico, ha continuato il cardinale
Rylko, pur essendo solo 120 milioni su un totale di 4 miliardi di abitanti, sono però
una minoranza creativa, che si trova ad affrontare le sfide della postmodernità, del
secolarismo, del fondamentalismo. Centrale, allora, “la formazione di un laicato maturo
e responsabile” che sappia trasformare la Chiesa in Asia in qualcosa di veramente
partecipativo, in cui ciascuno segue la propria vocazione ed il proprio ruolo.
Sulla
prima giornata dei lavori a Seoul ascoltiamo padre Bernardo Cervellera raggiunto
telefonicamente nella capitale sudcoreana da Sergio Centofanti:
R. – I lavori
sono molto appassionanti. Quest’oggi, anzitutto, c’è stato il cardinale Stanisław
Ryłko che ha presentato un po’ il quadro della situazione asiatica. Poi, ci
sono state due testimonianze molto belle, una del professor Felipe Gomes, gesuita
di Manila, che ha mostrato gli alti e i bassi della storia della Chiesa asiatica;
lui ha parlato di quelle che ha definito "ondate” di evangelizzazione che ci sono
state in Asia, che sono state veramente ricchissime di testimonianze, ma ha parlato
anche delle "ondate" di persecuzione e di martirio, tanto che l’Asia, probabilmente,
è il continente che ha dato più martiri in tutta la storia della Chiesa. Poi, l’altra
testimonianza è stata quella del cardinale Telesphore Placidus Toppo che ha raccontato
una storia di successo all’interno dell’India quando i missionari hanno cominciato
a evangelizzare i tribali che sono considerati un po’ la feccia della società castale
indiana. Invece, questi tribali convertiti al cattolicesimo sono diventati protagonisti
sia del loro stesso sviluppo, sia dando un contributo molto importante alla società
indiana.
D. – Come è stato accolto il messaggio del Papa?
R.
– Il messaggio del Papa è stato accolto con entusiasmo dalle persone presenti e, soprattutto,
con una grande gioia da parte dei coreani che sentono molto il legame col Papa. La
cosa che ha colpito molto è stato lo sguardo di speranza del Papa sul continente asiatico.
D.
– Quali sono le speranze per l’Asia che vengono da questo congresso?
R.
– Le speranze dell’Asia sono nella presenza stessa di questi laici che, naturalmente
assieme ai loro sacerdoti e ai loro vescovi, di fatto sono lo strumento di un’evangelizzazione
capillare. Io trovo che si stia sottolineando moltissimo come questa evangelizzazione
ancora prima di strutture, organizzazioni, ha bisogno di personalità convinte dell’amore
che Gesù Cristo ha per loro, di personalità che sappiano mostrare semplicemente la
loro umanità cambiata nella vita di tutti i giorni.