2010-09-01 11:09:39

Messaggio del Papa ai cattolici dell'Asia: siate testimoni della bellezza di essere cristiani


La Chiesa in Asia testimoni sempre più la bellezza dell’essere cristiani: questo, in sintesi, l’auspicio espresso da Benedetto XVI nel messaggio indirizzato al Congresso dei laici cattolici dell’Asia, in corso a Seoul, in Corea del Sud, fino a domenica. Il messaggio papale è stato letto stamani dal nunzio apostolico nel Paese, mons. Osvaldo Padilla. Al centro del documento pontificio anche il richiamo al “ruolo indispensabile dei fedeli laici nella missione della Chiesa”. Il servizio di Isabella Piro:RealAudioMP3

Testimoniare l’incomparabile bellezza dell’essere cristiani e annunciare Gesù Cristo come unico Salvatore del mondo: è questo il mandato che Benedetto XVI affida alla Chiesa in Asia. Un continente che accoglie i due terzi della popolazione mondiale, sottolinea il Papa, culla di grandi religioni e tradizioni spirituali, che vede una crescita economica e una trasformazione sociale senza precedenti. Ed è proprio in questo contesto, allora, afferma Benedetto XVI, che i cattolici sono chiamati ad essere un segno e una promessa di quell’unità che solo Cristo rende possibile.

“I popoli dell’Asia hanno bisogno di Gesù Cristo e del suo Vangelo”, ricorda poi il Santo Padre citando l’Esortazione apostolica post-sinodale “Ecclesia in Asia”, siglata da Giovanni Paolo II nel 1999. Per questo, accompagnati da una “sana formazione spirituale e catechistica”, essi devono essere “incoraggiati a collaborare attivamente, non solo a costruire le loro comunità cristiane locali, ma anche a percorrere nuove strade per il Vangelo in ogni settore della società”. In particolare, il Papa ribadisce l’importanza di testimoniare la verità evangelica nella vita coniugale e familiare, nella difesa della vita dal concepimento fino alla morte naturale, nella cura dei poveri e degli emarginati, nel perdono dei nemici, nella pratica della giustizia e della solidarietà sui luoghi di lavoro.

“Il numero crescente di laici impegnati, preparati ed entusiasti è un segno di speranza immensa per il futuro della Chiesa in Asia”, continua il Santo Padre, ringraziando il lavoro eccellente svolto da catechisti, movimenti apostolici ed ecclesiali: ognuno nel proprio campo, infatti, porta ad “un incontro più profondo con il Signore Risorto”, promuove la dignità umana e dimostra l’universalità del messaggio evangelico. Sottolineando, quindi, “il ruolo indispensabile dei fedeli laici nella missione della Chiesa”, il Papa esorta ogni cattolico a seguire l’esempio di San Paolo per portare agli altri la verità, la gioia e la bellezza di Gesù, senza scoraggiarsi di fronte alle difficoltà. Infine, il Santo Padre affida il Congresso all’intercessione di Maria.

In precedenza, durante la Messa di apertura del Congresso ed il successivo discorso inaugurale, il cardinale Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici che ha promosso l’evento, ha sottolineato alcuni punti-chiave del convegno. Innanzitutto, il porporato ha ricordato che l’evangelizzazione costituisce la ragion d’essere della Chiesa e che essa, portata avanti dallo Spirito Santo, non è mai proselitismo, bensì risposta al diritto di ricevere l’annuncio della Buona Novella. Un diritto che però talvolta, in Asia, non viene rispettato poiché non mancano casi di persecuzioni religiose. I cristiani del continente asiatico, ha continuato il cardinale Rylko, pur essendo solo 120 milioni su un totale di 4 miliardi di abitanti, sono però una minoranza creativa, che si trova ad affrontare le sfide della postmodernità, del secolarismo, del fondamentalismo. Centrale, allora, “la formazione di un laicato maturo e responsabile” che sappia trasformare la Chiesa in Asia in qualcosa di veramente partecipativo, in cui ciascuno segue la propria vocazione ed il proprio ruolo.

Sulla prima giornata dei lavori a Seoul ascoltiamo padre Bernardo Cervellera raggiunto telefonicamente nella capitale sudcoreana da Sergio Centofanti:RealAudioMP3

R. – I lavori sono molto appassionanti. Quest’oggi, anzitutto, c’è stato il cardinale Stanisław Ryłko che ha presentato un po’ il quadro della situazione asiatica. Poi, ci sono state due testimonianze molto belle, una del professor Felipe Gomes, gesuita di Manila, che ha mostrato gli alti e i bassi della storia della Chiesa asiatica; lui ha parlato di quelle che ha definito "ondate” di evangelizzazione che ci sono state in Asia, che sono state veramente ricchissime di testimonianze, ma ha parlato anche delle "ondate" di persecuzione e di martirio, tanto che l’Asia, probabilmente, è il continente che ha dato più martiri in tutta la storia della Chiesa. Poi, l’altra testimonianza è stata quella del cardinale Telesphore Placidus Toppo che ha raccontato una storia di successo all’interno dell’India quando i missionari hanno cominciato a evangelizzare i tribali che sono considerati un po’ la feccia della società castale indiana. Invece, questi tribali convertiti al cattolicesimo sono diventati protagonisti sia del loro stesso sviluppo, sia dando un contributo molto importante alla società indiana.

D. – Come è stato accolto il messaggio del Papa?

R. – Il messaggio del Papa è stato accolto con entusiasmo dalle persone presenti e, soprattutto, con una grande gioia da parte dei coreani che sentono molto il legame col Papa. La cosa che ha colpito molto è stato lo sguardo di speranza del Papa sul continente asiatico.

D. – Quali sono le speranze per l’Asia che vengono da questo congresso?

R. – Le speranze dell’Asia sono nella presenza stessa di questi laici che, naturalmente assieme ai loro sacerdoti e ai loro vescovi, di fatto sono lo strumento di un’evangelizzazione capillare. Io trovo che si stia sottolineando moltissimo come questa evangelizzazione ancora prima di strutture, organizzazioni, ha bisogno di personalità convinte dell’amore che Gesù Cristo ha per loro, di personalità che sappiano mostrare semplicemente la loro umanità cambiata nella vita di tutti i giorni.







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