Pellegrinaggio in Terra Santa del Rinnovamento nello Spirito. Martinez: un viaggio
che può cambiare la vita
Al via domani il Pellegrinaggio nazionale in Terra Santa del Rinnovamento nello Spirito,
che si concluderà il prossimo 7 settembre. Oltre 200 i pellegrini che si recheranno
nei principali luoghi della fede cristiana, da Nazareth a Cafarnao, da Betlemme a
Gerusalemme. Sul significato e la peculiarità di questo pellegrinaggio, Federico
Piana ha intervistato il presidente del Rinnovamento nello Spirito, Salvatore
Martinez:
R. - La particolarità
di quest’anno è data dalla presenza di 60 giovani che scopriranno le radici della
loro fede e proveranno ad attualizzare quest’amicizia personale con Dio. La Terra
Santa ci dice che Dio è vicino, molto più vicino di quanto noi possiamo immaginare.
Tornare in Terra Santa significa ritornare sulle orme dello Spirito, sulle orme della
nostra fede. Credo che sia una straordinaria pedagogia rieducativa per gli adulti
ed educativa per i giovani. Non sono soltanto luoghi da visitare o da ammirare, ma
da interiorizzare.
D. - Lei ha fatto un’affermazione molto forte e molto
bella ma anche molto impegnativa. Ha detto: “Un viaggio in Terra Santa può cambiare
la vita”. Perché?
R. - Se tutto ha avuto inizio e se la vita è apparsa
in questi luoghi, la vera vita, la possibilità di una vita piena, felice, di una vita
non solo dimentica del cielo ma di una vita che avvicina il cielo, allora credo che
non c’è terapia di guarigione e di liberazione più potente che un viaggio in Terra
Santa. La Terra Santa ci ricorda il primato di Dio, la sacralizzazione del tempo e
della storia. In un tempo che sta rendendo insignificante la presenza di Dio, chi
ha una grandissima opportunità cambia la vita in questo senso, la schiude a realtà
eterne, alle realtà essenziali e significative. Non è soltanto un cammino a ritroso
nel tempo. L’uomo, oggi, ha bisogno del trascendente, c’è questa sete d’ infinito.
D.
- So che c’è una cosa che impreziosisce questo pellegrinaggio, perché nel 2013 accadrà
una cosa che a voi sta molto a cuore…
R. - E’ la nascita del Centro
Internazionale dedicato alla famiglia. Lo scorso anno il Santo Padre, Benedetto XVI,
pellegrino in Terra Santa, ha parlato di questo Centro, ne ha benedetto la prima pietra.
Sarà un Centro dedicato alla famiglia per raccontare tutto ciò che di bello, di buono,
di vero e di giusto la famiglia realizza a livello internazionale, per sostenere le
famiglie in difficoltà, in primis quelle della Terra Santa e poi per ricordare a questo
nostro tempo - che sta colpevolmente smarrendo l’istituto naturale della famiglia
- che una famiglia ci vuole ed il modello della Sacra Famiglia rimane non soltanto
insuperabile ma la forma della vera umanità.
D. - Questo pellegrinaggio
sarà anche l’occasione per pregare per il Medio Oriente…
R. - Gli uomini
pii, gli uomini di preghiera, gli uomini che non vedono decadere la speranza, sono
poi coloro che costruiscono la civiltà dell’amore. Mi sembra importante richiamare
ciò che proprio Benedetto XVI ha voluto indicare: bisogna pregare affinché tutti gli
uomini si persuadano che in questo nostro mondo abbiamo bisogno gli uni degli altri.
Dobbiamo aiutarci come fratelli per costruire la civiltà dell’amore. Credo che, perché
ci sia la civiltà dell’amore, serva anche una cultura della Pentecoste, una cultura
dell’unità che abbatta le barriere dell’orgoglio, che abbatta i muri che si continuano
a costruire e sappia davvero realizzare ponti interiori, che sono per l’appunto quelli
della preghiera, della cultura e dei valori dello spirito. Terra Santa, Israele e
Medio Oriente sono ancora portatori di queste grandissime ricchezze e purtroppo la
storia di ogni giorno racconta le degenerazioni della violenza, delle crudeltà e dell’egoismo.
(Montaggio a cura di Maria Brigini)