2010-08-30 08:01:11

Iniziati i lavori di trivellazione per salvare i 33 minatori cileni a 700 metri di profondità



Iniziata la trivellazione del cunicolo per salvare i 33 minatori bloccati a 700 metri di profondità, in una galleria della miniera di San Josè, nel nord del Cile. Attraverso una scavatrice idraulica, che può perforare massimo 20 metri al giorno, entro quattro mesi si dovrebbe completare una galleria da cui estrarre gli uomini. Intanto, a sostegno dei minatori - alcuni dei quali mostrano segni di depressione e per i quali ha pregato oggi anche il Papa all'Angelus - è atteso per oggi in Cile l’arrivo un’equipe di tecnici della Nasa per consulenze in campo alimentare, sanitario e del comportamento. Dei rischi e delle modalità dell’operazione di salvataggio, Gabriella Ceraso ha parlato con Giampaolo Cavinato, geologo ambientale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr)

R. – Generalmente, queste miniere hanno dei percorsi o degli ascensori che portano a diversi livelli di profondità. Quando gli ascensori non funzionano, oppure i percorsi per arrivare a quelle profondità non sono più attraversabili, l’unico modo è quello di scavare un nuovo tunnel che possa arrivare nella zona dove sono i minatori che sono rimasti intrappolati e poi da lì, probabilmente, si attiva un tunnel di collegamento che possa permettere ai minatori di uscire.

D. – Tecnicamente, come si procede nella trivellazione in questi casi?

R. – Attraverso queste grandi sonde di perforazione, viene infilata un asta con una punta con una testa diamantata che, girando su se stessa, scava e mano a mano che si procede in profondità, e aumenta la resistenza della roccia, si aggiungono delle aste. La roccia perforata deve comunque essere portata in superficie, altrimenti ostruisce il foro. Chiaramente, lo spessore è consistente, le rocce sono molto dure e l’attraversamento, anche con sonde più moderne e più evolute, richiede comunque tempi che sono purtroppo abbastanza lunghi.

D. – Si parla di una cavità di circa 66 centimetri di diametro, una cavità apparentemente ristretta…

R. – Il diametro sembra apparentemente piccolo, però per realizzare un diametro così importante, serve una sonda molto grande e che abbia una discreta energia per scavare un tunnel verticale così lungo. Teoricamente, non si dovrebbero incontrare grosse difficoltà, però è chiaro che bisogna vedere anche la conformazione geologica, l’infiltrazione di acqua, si può rompere la testa diamantata... problemi tecnici che possono rallentare notevolmente anche le operazioni di soccorso.

D. – Quali sono le condizioni di “vita” in un ambiente così e per un tempo che si prospetta lungo di mesi?

R. – Lavorare a quelle profondità è già disagevole di per sé. Alcuni mesi al chiuso possono creare problemi dal punto di vista dell’alimentazione, ma anche psicologico.

D. – Oltre a questi problemi, le miniere come queste di oro e rame, sono di per se ambienti nocivi o pericolosi?

R. – Sicuramente, l’aria deve essere ventilata, perché chiaramente non c’è ossigeno. Di per sé, il fatto dell’oro non dovrebbe creare grossi problemi. Ma dipende anche dalla conformazione geologica e delle tipologie di rocce, se ci sono problemi di polveri.

D. – Crolli ce ne possono essere?
R. – Crolli è difficile. La roccia è consistente e quindi generalmente non avvengono.








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