I vescovi dello Sri Lanka chiedono al presidente di aiutare gli sfollati della guerra
Una delegazione della Conferenza episcopale dello Sri Lanka (Cbcsl) ha incontrato
il presidente Mahinda Rajapaksa lo scorso 22 agosto, per parlare della situazione
nel nord e nell’est del Paese. Secondo quanto dichiarato ad AsiaNews da padre Leopold
Rathnasekara, vice-segretario generale della Cbcsl, i vescovi hanno chiesto di procurare
una nuova casa agli sfollati della guerra civile e dello tsunami. Hanno anche domandato
di far tornare alle proprie abitazioni gli Idp (Internally Displaced Person), le persone
rinchiuse nei campi di rieducazione dalla fine della guerra civile tra governo e Tigri
tamil (Ltte), nel maggio 2009. I vescovi, guidati da mons. Malcolm Ranjith, presidente
della Cbcsl, hanno chiesto a Rajapaksa di “far ritornare gli Idp alle loro case; facilitare
i loro mezzi di sussistenza, come pesca e agricoltura; demilitarizzare velocemente
i villaggi e abolire le High Security Zones; infine, impedire ai militari di occupare
le terre dei civili”. I vescovi hanno offerto l’intervento della Chiesa e invitato
Rajapaksa a permettere anche alle Ong di affiancare il governo nel soccorso degli
sfollati. Infine, per assicurarsi che gli aiuti vengano davvero effettuati, la delegazione
ha chiesto di formare una Commissione consultiva interreligiosa, guidata da un ministro,
per monitorare l’andamento dei lavori. Nei campi Idp, sono state rinchiuse più di
300mila persone nel 2009. I vescovi si sono congratulati con il presidente dello Sri
Lanka per aver re-insediato 250mila persone in appena un anno. Secondo dati forniti
dall’Onu, nei campi vi sarebbero ancora 77mila persone. (R.P.)