Missione del senatore italiano Alfredo Mantica in Rwanda, Kenya e Mozambico
La cooperazione allo sviluppo e la lotta al terrorismo nel Corno d'Africa, alla luce
dei gravi fatti dei giorni scorsi in Somalia, saranno i temi centrali della missione
condotta dal sottosegretario agli Esteri italiano, Alfredo Mantica, in Rwanda, Kenya
e Mozambico. La prima tappa del viaggio è dunque prevista a Kigali dove il sottosegretario
incontrerà i rappresentanti del governo rwandese, dopo le recenti elezioni presidenziali
del 9 agosto, e visiterà alcuni programmi di cooperazione condotti da Ong italiane.
Sulle difficoltà e le aspettative che questi Paesi affrontano sentiamo lo stesso senatore
Alfredo Mantica. Intervistato da Stefano Leszczynski:
R. - Il
Rwanda, innanzitutto, credo debba trovare al suo interno una riconciliazione definitiva
di superamento a quelli che sono i residuati del dramma del genocidio. Deve trovare
una sua collocazione di equilibrio con il Congo, perché, evidentemente, una situazione
come questa non può continuare e quindi in quel caso si tratta di avviare un processo
di integrazione economico-sociale e politica tra questi quattro Paesi. E' l’unica
strada - credo - perché nei Grandi laghi si possa conoscere uno sviluppo che potrebbe
essere eccezionale, tenendo conto delle ricchezze esistenti: da quelle geologiche,
all’acqua di cui il Congo è ricchissimo, alle miniere di coltre, alle miniere di
oro.
D. - Altrettanto importante, forse meno da un punto di vista economico,
ma sicuramente da un punto di vista strategico, anche il Kenya si trova in una posizione
difficile da gestire politicamente...
R. - Il Kenya ha un grande confine
con la Somalia e ha i porti come Mombasa, che sono strettamente legati anche ai traffici
e quindi alla pirateria delle coste somale. In più il Kenya ha il problema dei profughi,
che dalla Somalia fuggono normalmente verso il suo territorio. Quindi, il Kenya paga
il prezzo della crisi somala e questo fa sì che sia diventato ormai, in questo momento,
il luogo dove la comunità internazionale ha stabilito i suoi punti di osservazione
nei confronti del dramma della Somalia. Purtroppo, la comunità internazionale, in
queste vicende non ha secondo noi un’unità d’intenti e questo crea difficoltà.
D.
- Invece, il Mozambico è un Paese dove l’Italia ha investito molto in termini di cooperazione.
Quanto si diversifica dai primi due di cui abbiamo parlato?
R. - Credo
si possa dire con orgoglio che il Mozambico è un caso di successo. Anche questo veniva
da una drammatica guerra civile tra Frelimo e Renamo, è un Paese che viaggia a una
media del sette-otto per cento d’incremento del prodotto interno lordo, anno dopo
anno. E’ vero che era partito da una condizione di grande povertà e ancora oggi è
un Paese lontano da standard di economie accettabili, però lo sforzo che si è compiuto
è enorme.