2010-08-29 15:36:21

Missione del senatore italiano Alfredo Mantica in Rwanda, Kenya e Mozambico


La cooperazione allo sviluppo e la lotta al terrorismo nel Corno d'Africa, alla luce dei gravi fatti dei giorni scorsi in Somalia, saranno i temi centrali della missione condotta dal sottosegretario agli Esteri italiano, Alfredo Mantica, in Rwanda, Kenya e Mozambico. La prima tappa del viaggio è dunque prevista a Kigali dove il sottosegretario incontrerà i rappresentanti del governo rwandese, dopo le recenti elezioni presidenziali del 9 agosto, e visiterà alcuni programmi di cooperazione condotti da Ong italiane. Sulle difficoltà e le aspettative che questi Paesi affrontano sentiamo lo stesso senatore Alfredo Mantica. Intervistato da Stefano Leszczynski: RealAudioMP3

R. - Il Rwanda, innanzitutto, credo debba trovare al suo interno una riconciliazione definitiva di superamento a quelli che sono i residuati del dramma del genocidio. Deve trovare una sua collocazione di equilibrio con il Congo, perché, evidentemente, una situazione come questa non può continuare e quindi in quel caso si tratta di avviare un processo di integrazione economico-sociale e politica tra questi quattro Paesi. E' l’unica strada - credo - perché nei Grandi laghi si possa conoscere uno sviluppo che potrebbe essere eccezionale, tenendo conto delle ricchezze esistenti: da quelle geologiche, all’acqua di cui il Congo è ricchissimo, alle miniere di coltre, alle miniere di oro.

D. - Altrettanto importante, forse meno da un punto di vista economico, ma sicuramente da un punto di vista strategico, anche il Kenya si trova in una posizione difficile da gestire politicamente...

R. - Il Kenya ha un grande confine con la Somalia e ha i porti come Mombasa, che sono strettamente legati anche ai traffici e quindi alla pirateria delle coste somale. In più il Kenya ha il problema dei profughi, che dalla Somalia fuggono normalmente verso il suo territorio. Quindi, il Kenya paga il prezzo della crisi somala e questo fa sì che sia diventato ormai, in questo momento, il luogo dove la comunità internazionale ha stabilito i suoi punti di osservazione nei confronti del dramma della Somalia. Purtroppo, la comunità internazionale, in queste vicende non ha secondo noi un’unità d’intenti e questo crea difficoltà.

D. - Invece, il Mozambico è un Paese dove l’Italia ha investito molto in termini di cooperazione. Quanto si diversifica dai primi due di cui abbiamo parlato?

R. - Credo si possa dire con orgoglio che il Mozambico è un caso di successo. Anche questo veniva da una drammatica guerra civile tra Frelimo e Renamo, è un Paese che viaggia a una media del sette-otto per cento d’incremento del prodotto interno lordo, anno dopo anno. E’ vero che era partito da una condizione di grande povertà e ancora oggi è un Paese lontano da standard di economie accettabili, però lo sforzo che si è compiuto è enorme.







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