L'Italia e le politiche sociali di sostegno a famiglia e natalità. Il commento dell'economista
Giacomo Vaciago
''L'equilibrio demografico non solo è necessario alla sopravvivenza fisica di una
comunità, che senza bambini non ha futuro, ma è anche condizione per quella alleanza
tra generazioni che e' essenziale per una normale dialettica democratica''. E' una
delle affermazioni del cardinale arcivescovo di Genova, e presidente della Cei, Angelo
Bagnasco, contenute nell'omelia dedicata alla ''famiglia, grembo di vita'' nella Messa
di questa mattina per le celebrazioni del 520.mo anniversario dell'apparizione della
Madonna della Guardia. Le parole del porporato richiamano i numerosi commenti suscitati
dai recenti dati che vedono Italia, Spagna e Portogallo all'ultimo posto in Europa
per ciò che riguarda le politiche di aiuto alla famiglia e alla maternità: l’1.2%
destinato dall'Italia per questo comparto è quasi la metà del 2% medio del resto dell'Ue.
I dati emergono dalla relazione annuale del Ministero italiano dell’economia. Alessandro
Guarasci ha chiesto un commento all’economista Giacomo Vaciago:
R. – Noi,
negli anni scorsi, abbiamo iniziato ad avere consapevolezza di questi problemi e abbiamo
iniziato a fare le prime riforme del sistema pensionistico, prevedendo però tempi
molto lunghi, perché nessun politico da noi, né di destra né di sinistra, vuole essere
impopolare. Quindi, bisogna tornare a ragionare sul fatto che la famiglia è da favorire.
I francesi non hanno la nostra demografia, ma hanno un sistema fiscale che è pensato
per chi fa figli.
D. – Nei Paesi scandinavi la pensano diversamente…
R.
– Attenzione, noi siamo come la Germania, anche la Germania ha demografia negativa
e anche la Germania ha un problema di coesione sociale con i land orientali.
Noi assomigliamo alla Germania, assomigliamo al Giappone: siamo Paesi industriali
ricchi e con pochi figli. Questo è un problema. La Francia da anni ha una politica
demografica, perché ha contrastato un precedente vuoto demografico che aveva. Non
si cambia il modello di welfare se non si hanno obiettivi demografici e sulla popolazione.
D. – Forse non sarà il caso di recupeare anche un po’ di risorse con
la lotta all’evasione fiscale?
R. – Fiscale, contributiva e così via.
Però, anche se non tutti pagano tutte nel nostro Paese, chi le paga ne paga troppe.
Il vero destinatario, beneficiario deve rimanere allora il contribuente onesto, non
possiamo attribuirgli troppi obiettivi.
D. – Di questo passo, l’Italia
avrà sempre una bassa natalità e dunque anche una scarsa ripresa economica, secondo
lei?
R. – In questi anni abbiamo accolto molti immigrati, ci servivano
e ci servono, e così si è ringiovanita la popolazione. L’immigrato non arriva a 60
anni e quindi ciò che succederà in Italia, è che nel medio-lungo periodo la natalità
riprende, ma di etnia e religione diversa.