Il Sudafrica delle proteste sindacali: la testimonianza di un missionario scalabriniano
Da oltre due settimane il personale dei settori scolastico e sanitario in Sudafrica
sono in sciopero per denunciare gli stipendi troppo bassi, che in molti casi non permettono
neppure di pagare l’affitto. A loro, si sono aggiunti altri lavoratori di diversi
settori pubblici, che hanno incrociato le braccia creando sempre più disagi alle fasce
più deboli della popolazione, come minori e malati. La situazione era già stata segnalata
dalla Conferenza episcopale sudafricana, con una dichiarazione a firma dell’arcivescovo
di Durban, il cardinale Wilfrid Napier, che aveva denunciato la mancanza di assistenza
negli ospedali. Ora, è stata ribadita in un’intervista all’agenzia Fides dal missionario
scalabriniano, Mario Tessarotto, che a Città del Capo si occupa dei rifugiati provenienti
dai Paesi confinanti. “Il Sudafrica sta vivendo un momento difficile, la situazione
non è più tranquilla come una volta – racconta – la lotta sindacale ha preso una piega
violenta che è molto preoccupante”. Ufficialmente, il tasso di disoccupazione del
Paese che ha da poco ospitato i Mondiali di calcio, è del 28 per cento, ma quello
reale si attesta intorno al 40: “Nelle statistiche si includono anche coloro che hanno
lavori saltuari o improvvisati – aggiunge – le disparità economiche tra l’elite
dirigente e quella sindacale da una parte, e la popolazione hanno creato un contrasto
stridente”. Tra gli altri problemi che affliggono il Paese, anche l’eccessiva circolazione
di armi usate con troppa facilità e le rapine violente ormai all’ordine del giorno:
“Una situazione che deve essere affrontata da tutti i sudafricani guardando al bene
comune e non all’interesse personale o di gruppo”, conclude il missionario. (R.B.)