2010-08-29 11:05:04

Guatemala: appello dei vescovi contro l'aumento della violenza e la mancanza di giustizia


“Ci sono situazioni che ci preoccupano, come l'uragano Agatha, che ha causato innumerevoli danni al nostro Paese, e la triste notizia che gli aiuti non sono arrivati a coloro che più hanno sofferto. Quindi l'aumento della violenza: la violenza è aumentata. Nel primo semestre di quest’anno ci sono stati circa duemila omicidi, la maggior parte dei quali sono rimasti impuniti”. Lo scrivono i vescovi del Guatemala in un comunicato pubblicato dalla Conferenza episcopale al termine della seconda Assemblea plenaria straordinaria, conclusasi il 26 agosto scorso. Nel testo, inviato all’Agenzia Fides, i iescovi esprimono alcune considerazioni circa la realtà del Guatemala, leggendola alla luce del Vangelo, arricchite dal contatto diretto con le realtà delle comunità, come affermano nel comunicato. “Secondo uno studio - è scritto nel testo - esiste una struttura della delinquenza ben organizzata, che è difficile distinguere tra alti funzionari, imprenditori, capi di bande ed ex-militari, che per garantirsi uno stile di vita confortevole sono coinvolti in attività illegali. Purtroppo, la mancanza di una autentica giustizia contribuisce ad un aumento della decomposizione sociale e questo crea l'instabilità politica. L'assenza della verità è ogni giorno più evidente. Impera l'arte di mentire in tutte le aree della società”, affermano i vescovi. Si legge ancora nel testo che sussiste “un profondo e progressivo danno ecologico in molte zone del Paese”, per questo i presuli manifestano comunione e appoggio a mons. Alvaro Ramazzini e al cardinale Rodolfo Quezada, “per i frequenti discorsi d’avvertimento circa il danno che produce il continuare le attività minerarie a cielo aperto e lo sfruttamento petrolifero nella zona protetta denominata 'Laguna del Tigre'”. Il comunicato mette in evidenza l’esistenza di “una campagna mediatica astutamente guidata, che presenta come buono e desiderabile ciò che non può essere giustificato in alcun modo. Il pretesto è dimostrare che la cosa più importante è attrarre ulteriori investimenti stranieri, mentre non importa che sia distrutta la ricchezza naturale del nostro Paese.” Il documento si conclude con uno spiraglio di speranza: “In mezzo a questo scenario difficile e impegnativo, noi, successori degli Apostoli, vogliamo testimoniare con l'apostolo Paolo: ‘Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati’ (Cor.4,8). Pertanto - concludono - facciamo appello a tutti, credenti e non credenti, per rendere la nostra storia, personale e comunitaria, dalla fede nella Parola di Dio, una storia di salvezza”.







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