Guatemala: appello dei vescovi contro l'aumento della violenza e la mancanza di giustizia
“Ci sono situazioni che ci preoccupano, come l'uragano Agatha, che ha causato innumerevoli
danni al nostro Paese, e la triste notizia che gli aiuti non sono arrivati a coloro
che più hanno sofferto. Quindi l'aumento della violenza: la violenza è aumentata.
Nel primo semestre di quest’anno ci sono stati circa duemila omicidi, la maggior parte
dei quali sono rimasti impuniti”. Lo scrivono i vescovi del Guatemala in un comunicato
pubblicato dalla Conferenza episcopale al termine della seconda Assemblea plenaria
straordinaria, conclusasi il 26 agosto scorso. Nel testo, inviato all’Agenzia Fides,
i iescovi esprimono alcune considerazioni circa la realtà del Guatemala, leggendola
alla luce del Vangelo, arricchite dal contatto diretto con le realtà delle comunità,
come affermano nel comunicato. “Secondo uno studio - è scritto nel testo - esiste
una struttura della delinquenza ben organizzata, che è difficile distinguere tra alti
funzionari, imprenditori, capi di bande ed ex-militari, che per garantirsi uno stile
di vita confortevole sono coinvolti in attività illegali. Purtroppo, la mancanza di
una autentica giustizia contribuisce ad un aumento della decomposizione sociale e
questo crea l'instabilità politica. L'assenza della verità è ogni giorno più evidente.
Impera l'arte di mentire in tutte le aree della società”, affermano i vescovi. Si
legge ancora nel testo che sussiste “un profondo e progressivo danno ecologico in
molte zone del Paese”, per questo i presuli manifestano comunione e appoggio a mons.
Alvaro Ramazzini e al cardinale Rodolfo Quezada, “per i frequenti discorsi d’avvertimento
circa il danno che produce il continuare le attività minerarie a cielo aperto e lo
sfruttamento petrolifero nella zona protetta denominata 'Laguna del Tigre'”. Il comunicato
mette in evidenza l’esistenza di “una campagna mediatica astutamente guidata, che
presenta come buono e desiderabile ciò che non può essere giustificato in alcun modo.
Il pretesto è dimostrare che la cosa più importante è attrarre ulteriori investimenti
stranieri, mentre non importa che sia distrutta la ricchezza naturale del nostro Paese.”
Il documento si conclude con uno spiraglio di speranza: “In mezzo a questo scenario
difficile e impegnativo, noi, successori degli Apostoli, vogliamo testimoniare con
l'apostolo Paolo: ‘Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo
sconvolti, ma non disperati’ (Cor.4,8). Pertanto - concludono - facciamo appello a
tutti, credenti e non credenti, per rendere la nostra storia, personale e comunitaria,
dalla fede nella Parola di Dio, una storia di salvezza”.