Cristiano siro-cattolico ucciso in Iraq, nonostante il pagamento del riscatto da parte
della famiglia
Continuano le violenze dei cristiani in Iraq, dopo il ritiro del contingente americano.
Un cristiano siro-cattolico, rapito a Karakosh-Baghdeeda la scorsa settimana da uomini
armati, è stato ucciso nonostante la sua famiglia avesse pagato il riscatto per la
sua liberazione. Da tempo, il nord dell’Iraq è teatro di attacchi mirati contro la
comunità cristiana da parte di estremisti e bande. L'uomo era stato rapito il 25 agosto
scorso a Karakosh-Baghdeeda da un gruppo di uomini armati, che per il suo rilascio
avevano chiesto un riscatto di 15 mila dollari. Fonti locali hanno riferito ad AsiaNews
che la famiglia aveva pagato subito la somma e aveva atteso diversi giorni per la
sua liberazione. Ieri, i parenti hanno ricevuto il suo cadavere. Louyaé Behnam, questo
il nome della vittima, aveva 35 anni: era un cristiano siro-cattolico, originario
di Mosul, dove fino a pochi anni fa gestiva un negozio di vetraio. Per gli estremisti
islamici – precisano le fonti – uccidere un cristiano nel periodo di Ramadan è un’azione
meritevole presso Dio. Benham, per ragioni di sicurezza si era trasferito insieme
ai familiari a Karakosh-Baghdeeda. La città, a maggioranza cristiana, situata nella
piana di Ninive, ospita molti profughi cristiani provenienti da Mosul e Baghdad. Il
clima di insicurezza generale è aumentato dopo il ritiro dell’ultimo contingente americano
e la fine dell’operazione “Iraqi freedom”, che ufficialmente scade il 31 agosto. Intanto,
sono sei mesi che l’Iraq attende la formazione di un governo, dopo le elezioni di
marzo. (ADG)