Nepal: preoccupazione per il futuro della libertà religiosa
Cresce tra i cristiani e le altre minoranze religiose in Nepal la preoccupazione per
il futuro della libertà religiosa nel Paese, da quasi due mesi senza governo, dopo
le dimissioni del premier Madhav Kumar Nepal, rassegnate il 30 giugno scorso. Il timore
è che l’attuale stallo politico e il continuo rinvio dell’approvazione della sua prima
Costituzione democratica, possano rimettere in discussione la laicizzazione del Paese
avviata nel 2006, dopo la crisi che ha portato alla fine della monarchia. Crescono,
infatti, le pressioni di alcune frange induiste che vorrebbero ripristinare l’induismo
come religione di Stato. La questione è stata al centro di un forum interreligioso
organizzato nei giorni a Kathmandu dalla comunità cattolica, durante il quale una
cinquantina di sacerdoti, religiosi e religiose hanno potuto confrontare le loro preoccupazioni
con altri esponenti cristiani, musulmani, buddisti e indù. Nei vari interventi si
è parlato del crescente pericolo del fondamentalismo che minaccia la pace religiosa
in Nepal. I partecipanti hanno convenuto sull’importanza di difendere la pari dignità
di tutte le religioni nel Paese, poiché “i problemi cominciano proprio quando una
religione rivendica la propria superiorità su un’altra”. Soddisfatto dell’incontro
il coordinatore dell’iniziativa, il padre gesuita Jomon Jose: “Spero che questo scambio
aiuterà i cattolici a ricordarsi di dare un contributo attivo all’attuale dibattito
e a fare sentire le proprie opinioni”, ha detto in un’intervista all’agenzia Ucan.
La presenza cattolica in Nepal, Paese per l’80 per cento indù, risale agli anni ’50,
quando i Gesuiti aprirono una scuola nella capitale Kathmandu. Fino al 2006 la Chiesa
ha concentrato le sue attività soprattutto nel campo sociale ed educativo, attività
che ha sempre svolto con una certa discrezione a causa del divieto posto ai missionari
cattolici di fare proselitismo. Prima di questa data, infatti, le conversioni da
una religione all’altra erano illegali e punibili anche con il carcere. Oggi i cattolici
sono circa 7.500 su una popolazione di 28,5 milioni di abitanti. In tutto i cristiani
sono circa un milione e mezzo. I musulmani, invece, sono pari al 4 per cento della
popolazione. (L.Z.)