India: Giornata dei martiri cristiani nell'anniversario dei massacri in Orissa
Si celebra domani 29 agosto in tutta l’India, nell’avversario dei massacri dell’Orissa,
la “Giornata Nazionale dei martiri indiani”. L’evento – riferisce la Fides - è stato
istituito per ricordare tutti coloro – sacerdoti, religiosi e laici – che “hanno sacrificato
la vita a causa della loro fede in Cristo” e che sono i “moderni martiri” dell’India
di oggi. In particolare è stata scelta la data dell’ultima domenica di agosto (che
varrà anche per i prossimi anni) per commemorare i cristiani che hanno perso la vita
nei massacri dell’Orissa avvenuti alla fine di agosto del 2008, eventi – afferma la
Fides - che ancora oggi chiedono giustizia e rischiano di restare impuniti. La proposta
della Giornata ha trovato l’accordo unanime di tutte le confessioni cristiane presenti
in India e sarà celebrata a livello ecumenico, ricevendo così maggiore forza e visibilità
anche a livello sociale e civile. La Commissione per l'ecumenismo della Conferenza
episcopale del Paese ha ricordato che “i cristiani hanno un martirologio comune, che
include tutti i martiri del ‘900 e del secolo in corso”. Mons. Anil Cuto, vescovo
di Jalandhar e presidente della Commissione per l’Ecumenismo, sottolinea: “Il martirio
è la più alta forma di amore. Stiamo facendo uno sforzo per ricordare quanti sono
morti nel nome del Signore Gesù Cristo. E’ una memoria che vogliamo confermare e continuare
a beneficio delle nuove generazioni. La Chiesa cattolica prevede un iter speciale
per dichiarare una persona martire, beata o santa. Noi oggi non vogliamo in alcun
modo sostituire questa procedura, ma solo ricordare quanti hanno testimoniato e dato
la loro vita in nome di Cristo, conservando e preservando la loro sofferenza e il
loro sacrificio come un’eredità per le future generazioni”. Padre Anbu, segretario
della Commissione per l’Ecumenismo, sottolinea: “Vogliamo rendere onore ai nostri
martiri: i cristiani di differenti confessioni che hanno sacrificato la loro vita
per la fede. Celebrare questa giornata a livello ecumenico significa rafforzare l’unità
fra le Chiese cristiane in India”. In occasione della Giornata è partita una vasta
campagna di mobilitazione e di sensibilizzazione di tutti i fedeli cristiani nella
nazione, per organizzare speciali preghiere, digiuni, incontri di commemorazione,
gesti simbolici di solidarietà come la donazione di sangue negli ospedali. La violenza
anticristiana nello Stato indiano ha provocato la profanazione e la distruzione di
circa 150 chiese, l'incendio intenzionale di 4.500 abitazioni e danni a 13 scuole
cristiane. Circa 53.000 cristiani sono rimasti senza casa. (A.L.)