Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
Nella 22.ma Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta il passo del Vangelo
in cui Gesù, recatosi a pranzo a casa di uno dei capi dei farisei, racconta la parabola
sugli invitati che scelgono i primi posti, esortando invece a mettersi all’ultimo
posto. Quindi dice:
«Quando offri un pranzo … non invitare i tuoi amici
… né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino ... Al contrario … invita
poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai
infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Su questo brano
del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente
di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Questa volta
Gesù è proprio provocatorio: è stato invitato a casa di un ricco fariseo per pranzare,
e prima si mette a ironizzare sulla mania di alcuni di occupare i primi posti, col
rischio di essere spostati indietro se arriva un personaggio più importante. E poi
dà lezione di stile al fariseo che l’aveva invitato: non invitare chi ti può ricambiare
il favore, ma invita poveri, storpi, ciechi e zoppi, cioè chi non ricambierà mai.
È tutto il contrario delle nostre abitudini: chi non cerca di farsi notare e di primeggiare?
E quando mai si invitano a mensa i poveri senza risorse? Magari una volta all’anno
sì, per un sussulto di beneficienza, ma abitualmente no. Meglio di no, troppo complicato.
Ma Gesù assicura: se ci si limita al calcolo i conti non tornano mai. Ma chi lascia
perdere i vantaggi e i favori interessati, e segue il principio della gratuità, sperpera
nell’accogliere, non bada al ritorno, avrà arricchito la sua vita e migliorato la
società. La logica del dono senza calcoli è come gettare semi al vento: farà fiorire
il cielo, e sarà meno egoista l’umanità. E il Signore ricompenserà largamente.