I vescovi Usa soddisfatti per il no ai finanziamenti alle ricerche sugli embrioni
Una “grande vittoria per il senso comune e un’etica medica solida”: così la Conferenza
episcopale degli Stati Uniti plaude alla decisione della Corte federale che obbliga
l’amministrazione Obama a bloccare il finanziamento della ricerca sulle cellule staminali
embrionali. La soddisfazione dei vescovi è espressa in un comunicato, riportato dalla
Zenit, a firma del presidente del Comitato per le attività Pro-Vita dell’episcopato
e arcivescovo di Galveston-Houston, cardinale Daniel Di Nardo. “Questa sentenza –
scrive il porporato – rivendica la lettura che fanno i vescovi dell’emendamento Dickey,
approvato dal Congresso nel 1996, che non permette il finanziamento federale di qualsiasi
ricerca che richieda un danno o la distruzione di embrioni umani”. L’obiettivo dell’emendamento
in questione era assicurare che i contribuenti americani “non si vedessero costretti
a finanziare progetti di ricerca scientifica che richiedessero la distruzione della
vita umana al suo primo stadio”. “Questa legge è stata distorta e ridotta, iniziando
da un memorandum legale commissionato dall’amministrazione Clinton nel gennaio 1999”,
ricorda ancora il cardinale, il quale si augura che questa decisione della Corte esorti
il governo a “rinnovare ed estendere il suo impegno ad altre vie di ricerca sulle
cellule staminali adulte, che sono eticamente accettabili”. Queste linee di ricerca,
inoltre, “si stanno dimostrando più promettenti per alleviare le sofferenze dei pazienti
rispetto alla ricerca distruttiva di embrioni umani”. I vescovi americani hanno spesso
denunciato manipolazioni legali sul tema, come quella della legge contro il finanziamento
di piani di assicurazione medica che includono l’aborto. “Il compito di ogni buon
governo – conclude il cardinale – è usare il suo potere di finanziamento per incanalare
le risorse dove serve e dove si rispetta meglio la vita umana”. (R.B.)