2010-08-26 11:56:47

La Chiesa cilena ricorda i 25 anni dell'Accordo nazionale per il ritorno alla democrazia


Ieri, in Cile, la Conferenza episcopale con una dichiarazione del suo presidente, mons. Alejandro Goic, vescovo di Rancagua, ha ricordato i 25 anni dello storico documento "Accordo nazionale per la transizione alla democrazia", elaborato con il contributo della Chiesa locale e firmato dai massimi rappresentanti dei partiti politici; documento che ha aperto le porte al ritorno del Paese al sistema democratico. I vescovi cileni invitano a riflettere sul significato di un gesto così coraggioso e profetico e al tempo stesso così fondamentale per il futuro del Cile e, quindi, esortano a meditare sulle sfide che deve affrontare la nazione. "Si tratta, scrivono i presuli, di un'occasione molto propizia per riflettere sul valore che ha oggi nella nostra società il dialogo e l'intesa pacifica alla ricerca dei grandi obiettivi nazionali". Dopo aver descritto le vicende che attraversava il Paese, in quel momento governato dal regime militare del generale Augusto Pinochet, salito al potere nel settembre 1973, i vescovi cileni rendono omaggio alle persone che ebbero il coraggio - nonostante le molte critiche e incomprensioni - di proporre quest'Accordo, prima di tutti l'allora arcivescovo di Santiago del Cile, il cardinale Juan Francisco Fresno. I presuli ricordano quindi Giovanni Paolo II quando, nel corso del suo viaggio nel Paese (1987), a più riprese sottolineò che "il Cile ha vocazione d'intesa e non di scontro" e, incontrando tutti i settori sociali e politici della nazione, incoraggiò con fermezza l'applicazione dell'Accordo ispirato e voluto dalla Chiesa cilena. "Vogliamo fare memoria di quest'Accordo nazionale di 25 anni fa e celebrare i suoi grandi meriti", osservano i presuli che esortano i cileni "a cercare sempre, nei propri atteggiamenti, linguaggio e stili di vita, l'unità e l'intesa tra fratelli; in particolare nei rapporti interpersonali, nella vita quotidiana e nelle proprie responsabilità sociali". Infine, invocando la protezione del Signore e della Vergine Santa, i vescovi rinnovano ancora una volta la loro solidarietà ai 33 minatori intrappolati in una miniera, e ai loro parenti, e pregano perché possano essere salvati presto ed essere restituiti ai loro cari e al Paese stesso toccato da questa "tragedia nella sua anima". (A cura di Luis Badilla)







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