Sudafrica: anglicani e cattolici uniti per dire no alla nuova legge che limita la
libertà di stampa
I sudafricani si oppongano all’introduzione della nuova legge sulla libertà di stampa.
È l’appello lanciato sia dall’arcivescovo cattolico di Durban, cardinale Wilfrid Napier,
che dal quello anglicano del Sudafrica, Desmond Tutu. La normativa in questione sulla
libertà di stampa, denominata Power of information act (Poi), è stata proposta dal
capo di Stato, Jacob Zuma, e dal suo partito, l’African National Congress (Anc); il
testo prevede l’istituzione di una giurisdizione speciale per la stampa e pene pesanti
per quei giornalisti e media che dovessero mettere a rischio la sicurezza nazionale.
La nuova legge istituisce anche tribunali dedicati alla sorveglianza dei mass media,
pene fino a 25 anni per chi sia giudicato colpevole d’infrangerla e vasti poteri per
il governo nel definire quali informazioni siano da proteggere in nome della sicurezza
nazionale. “Si tratta di una normativa che somiglia alla legislazione sull’apartheid”,
ha detto l’arcivescovo Tutu in un discorso a braccio, pronunciato nei giorni scorsi
presso l’Istituto per la democrazia di Cape Town. Quindi, l’esponente anglicano ha
esortato i sudafricani a lottare per difendere la libertà di stampa, mantenendo vivo
quello stesso spirito che ha reso i Mondiali di Calcio 2010, svoltisi nel Paese, un
vero successo. Sulla stessa linea anche il cardinale Napier, il quale ha lanciato
un appello direttamente al presidente Zuma: “Non permetta alla nostra nazione – ha
detto il porporato – di essere screditata così in fretta dopo la meravigliosa immagine
di unità e solidarietà che essa ha presentato al mondo durante la World Cup”. (I.P.)