Presentata all'Onu dal Parlamento universale della gioventù la Magna Charta di valori
per una nuova civiltà
Il Parlamento universale della gioventù, costituito da giovani di 20 Paesi, ha presentato
nei giorni scorsi alle Nazioni Unite la Magna Charta dei valori per edificare una
nuova civiltà. Il Parlamento universale della gioventù è un progetto della Gioventù
Idente, organizzazione internazionale senza fini di lucro aperta a tutti i giovani
e fondata in Spagna nel 1975 da Fernando Rielo Pardal. Sulla struttura della Magna
Charta e sui principi che la ispirano, si sofferma al microfono di Amedeo Lomonaco,
Paolo Zordan, missionario e membro del comitato scientifico del Parlamento
universale della gioventù:
R. - La Magna
Charta è un documento che tocca 10 punti fondamentali della convivenza, come per esempio
la persona, che non a caso è il primo punto. Il Parlamento propone una definizione
della persona aperta alla trascendenza, poi tocca svariate altre tematiche come la
politica, l’economia, l’ambiente, la società civile. L’ipotesi di lavoro da cui siamo
partiti è Cristo come modello di persona, Cristo come modello di umanità.
D.
- Promotore della Magna Charta è il Parlamento universale della gioventù. Di che tipo
di Parlamento si tratta?
R. - Il Parlamento universale della gioventù
nasce da un sogno di Fernando Rielo Pardal, fondatore dell’Istituto religioso dei
Missionari Identes. Nel 1981, lui partecipò ad una conferenza alle Nazioni Unite e
sognò in questo contesto, un’assemblea di giovani, una specie di Nazioni Unite della
gioventù che proprio in forza dell’assenza di pregiudizi, di una purezza di intenzione,
potesse riunirsi e far sentire la voce dei giovani illuminata dai valori e dalle sue
aspirazioni più nobili.
D. - Aspirazioni nobili che riecheggiano in
particolare in questi giorni. Lo scorso 12 agosto è stato inaugurato dall’Onu l’Anno
internazionale dei Giovani, un’ulteriore occasione questa proprio per far ascoltare
la voce dei giovani…
R. - Noi, per una circostanza anche provvidenziale,
il giorno 13 abbiamo avuto la possibilità di svolgere una sessione del parlamento
all’Onu e un compito importante è proprio quello di dare un contributo nel senso di
un approfondimento del fondamento dei diritti umani. Si deve proporre Cristo come
modello, anche in questo senso.
D. - Su quale modello fa leva la Magna
Charta elaborata dai giovani?
R. - Il modello emerso dalla Charta Magna
è quello della civiltà dell’amore. E’ un modello che punta, che aspira, che tende
ad una comunione, una comunione tra generazioni. Una comunione che veramente impronti
l’ambito economico della vita sociale, come pure l’ambito politico e l’ambito della
tutela dell’ambiente. Quindi, sono tute proposte che i ragazzi hanno votato e hanno
elaborato nel corso di questi giorni e che vanno in questa direzione.
D.
- Una direzione, questa, anche profondamente legata alla Dottrina sociale della Chiesa?
R.
- Il Parlamento universale della gioventù ha una dimensione e un’apertura universale
ecumenica: è aperto ai giovani di qualsiasi credo e di qualsiasi razza. Però, ha come
punto di riferimento e come modello la persona di Cristo e la Dottrina sociale della
Chiesa è stata un punto di riferimento costante, una fonte di ispirazione, d’illuminazione
per tutti i giovani che hanno lavorato al progetto.