L'Eucaristia, pane di una quotidianità che cerca Dio. Se ne parla alla 61.ma Settimana
liturgica nazionale di Fabriano
Ha preso il via ieri a Fabriano, in provincia di Ancona, la 61.ma Settimana liturgica
nazionale sul tema: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Eucaristia e condivisione”.
L’iniziativa, promossa dal Centro di azione liturgica, si pone di dare una risposta
condivisa sull’aiuto della liturgia domenicale ai problemi quotidiani dell’economia,
del lavoro, del disagio. Il servizio di Davide Dionisi:
Presentare
l'Eucaristia come pane quotidiano nella condivisione. E’ questo l’obiettivo principale
della 61.ma Settimana liturgica nazionale in corso da ieri a Fabriano. Il Convegno
si inserisce nelle manifestazioni che la Chiesa italiana ha programmato in preparazione
del 25.mo Congresso eucaristico nazionale, che verrà celebrato ad Ancona dal 4 all’11
settembre del prossimo anno. Ha aperto i lavori con la relazione introduttiva il cardinale
patriarca di Venezia, Angelo Scola, mentre la chiusura, prevista per venerdì prossimo,
sarà affidata al predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa. Sulla
scelta del tema e sugli obiettivi dell’iniziativa ascoltiamo il vescovo di Fabriano-Matelica,
mons. Giancarlo Vecerrica:
R. - Lo stesso Catechismo
della Chiesa cattolica parla del pane quotidiano come la fiducia dei figli che attendono
tutto dal loro Padre e quindi indica il pane della vita, indica il Corpo di Cristo.
La Chiesa può dare il Corpo di Cristo, ma dare il Corpo di Cristo significa dare la
sostanza e la bellezza alla vita quotidiana, dare cioè il senso del tutto. L’Eucarestia
dona il pane della vita, dona Gesù, e donando Gesù dona tutte le possibili risposte
alle domande inquietanti degli uomini, e su questo lavoreremo in questa Settimana
liturgica.
D. - E’ forte la preoccupazione per il futuro dei giovani.
La crisi economica e la piaga della disoccupazione rende difficile ogni loro progetto
per il domani. In che modo questi temi trovano spazio nei dibattiti della Settimana
liturgica nazionale?
R. - I giovani sono lontani dalla Chiesa, ma sono
tesi a cercare il senso della vita. A Pasqua, ho posto la domanda ai giovani: “Chi
è per te il prete?”. Ho ricevuto 580 risposte: l’80% è lontano dalla Chiesa, ma il
99% desidera una guida, un prete vicino, delle Messe che siano coinvolgenti. Questa
non è una contraddizione, ma è un accorato appello, un’accorata domanda.
D.
- Per quanto riguarda il problema della disoccupazione, quale risposte potrà dare
la Settimana liturgica nazionale?
R. - Io mi auguro che la Settimana
liturgica nazionale possa essere una risposta di coraggio e di speranza alla nostra
gente. Per cercare speranze per il futuro occorre avere certezze, e la certezza che
viene dall’esperienza cristiana, dalla presenza del Signore nella vita, mi fa dire
che possiamo rispondere ai giovani, possiamo sostenere l’attesa, la speranza dei nostri
lavoratori.
D. - Lei ha scritto nel messaggio di presentazione: "La
liturgia è testimonianza pubblica; è vita; è vita umana toccata dal Mistero, e perciò
cambiata…"
R. - Abbiamo bisogno di personalità forti, capaci di testimoniare
che la vita è più grande di ciò che appare e questo lo impariamo proprio dall’Eucarestia.
Il piccolo pane che ci è donato contiene la sostanza e la bellezza di tutta la vita.
(Montaggio a cura di Maria Brigini)