Il cardinale Cordes e gli aiuti del Papa al Pakistan: la nostra solidarietà guarda
alle esigenze del corpo ma anche alle necessità dello spirito
Quando un cristiano presta aiuto per un bisogno concreto, un'emergenza umanitaria,
il suo sguardo non si ferma - o almeno non dovrebbe - solo alla contingenza più immediata,
ma si prende cura anche della salute dell'anima. E' lo spirito della carità del Papa
che il cardinale Paul Josef Cordes, presidente del dicastero di Cor Unum,
ribadisce parlando della recente mobilitazione vaticana per il Pakistan. Il porporato
ha parlato alla Radio Vaticana a margine del Meeting di Rimini, dove è stato intervistato
dal nostro inviato, Luca Collodi:
R. – Noi
abbiamo dato, nel nome del Papa, un aiuto alla Caritas. Si vede di nuovo che non basta
l’aiuto materiale: si deve dare un messaggio. Per grazia di Dio, ci sono degli ambiti,
a volte, nei quali l’aiuto materiale mostra la compassione, ma non può cambiare la
situazione, non può far vivere i morti. Quindi, io penso che noi cristiani, con il
nostro aiuto, dobbiamo avere presente questa dimensione trascendentale. Sono tante
le fonti che fanno bene. Per me è importante sottolineare che in questo momento si
debba mostrare - sia alle persone colpite, sia a quelli che offrono denaro - che con
i soldi si può fare una piccola cosa, importante, ma che non bastano: ci vuole un
messaggio che vada al di là della vita terrena.
D. – Eminenza, le Nazioni
Unite hanno lamentato un certo egoismo da parte degli Stati nazionali nell'inviare
aiuti umanitari alle popolazioni colpite. Lei cosa pensa?
R. – Io penso
che la gente sia molto generosa. Certamente, quelli che governano i popoli, avendo
sempre di fronte molta miseria e pensando alla propria popolazione, non sempre sono
così generosi. Per questo gli appelli sono importanti. D’altra parte, se pensiamo
allo tsunami, alle grandi catastrofi, se pensiamo a questo, la gente si rivela molto
generosa. Io non conto tanto sull’aiuto degli Stati, conto sull’aiuto delle agenzie
di solidarietà e anche delle agenzie cattoliche. Tramite queste agenzie, passano le
offerte della popolazione che è sensibile e generosa. Io ho molta fiducia nella sensibilità
degli uomini e delle donne di oggi. Noi del dicastero pontificio di Cor Unum
mettiamo di fronte ai nostri cristiani il grande compito di non ridurre l’aiuto all’aiuto
materiale. Adesso faremo un grande ritiro a Częstochowa per tutti i
responsabili della Caritas europea - sono già 300 gli iscritti - per far vivere quello
che il Papa ha detto nell’Enciclica Deus Caritas est: che la carità dell’uomo
nasce dall’amore di Dio e che noi cristiani dobbiamo vivere questo, esserne convinti
ed anche parlarne. Mi sembra questo il grande compito del nostro dicastero Cor
Unum. (Montaggio a cura di Maria Brigini)