Mons. Scicluna: il Papa determinato da sempre a contrastare nella Chiesa il crimine
odioso della pedofilia
Fin da quando era cardinale, Joseph Ratzinger è sempre stato determinato nell’affrontare
lo scandalo della pedofilia nella Chiesa: è quanto sottolineato da mons. Charles J.
Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede, intervistato
in questi giorni dall’emittente statunitense Fox News. Proponiamo una sintesi dell’intervista
nel servizio di Alessandro Gisotti:
Benedetto
XVI “è determinato non solo a offrire sostegno” alle vittime della pedofilia, ma anche
a far in modo che nella Chiesa non si verifichino più questi “crimini odiosi”: così,
mons. Charles J. Scicluna, che a Fox News si sofferma sulla linea
chiara e netta di Joseph Ratzinger sugli abusi da parte di membri del clero, fin da
quand’era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede:
“I
am direct witness of the cardinal Prefect … Sono stato testimone diretto
dell’operato del cardinale prefetto dal 2002 al 2005, quando ha esaminato centinaia
di casi di abusi sessuali. Sono stato testimone diretto della pietà, del senso di
frustrazione e della rabbia che questi casi hanno suscitato nel cardinale Ratzinger,
quello stesso uomo che il 19 aprile 2005 è diventato Benedetto XVI. Posso dire che
il 6 maggio 2005, solo pochi giorno dopo la sua elezione, ricevette in udienza mons.
Angelo Amato, allora segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede (in
quel momento non c’era prefetto, ovviamente, nella Congregazione: mons. Levada sarebbe
stato nominato pochi giorni dopo). Il nuovo Papa esaminò le decisioni prese da Giovanni
Paolo II in merito alla questione degli abusi sessuali. E il nuovo Papa disse: ‘Le
confermo’. Egli stesso aveva chiesto a Giovanni Paolo II di dare loro la priorità
già nel 2003.”
Questa, prosegue mons. Scicluna, “è stata una delle
prime decisioni prese da Pontefice”. Quindi, Benedetto XVI ricevette il cardinale
Levada ed insieme verificarono i casi più gravi che gli erano stati sottoposti. Il
Papa “esaminò con solerzia casi molto, molto gravi di abusi sessuali”:
“We
know how determined he is to set… Sappiamo bene quanto egli sia determinato
a stabilire un esempio molto chiaro ed uno standard molto alto in questo ambito. Chi
dubitasse delle sue intenzioni, dovrebbe leggere la sua Lettera ai Cattolici in Irlanda.
E’ una lettera bellissima: è una lettera scritta da un Papa ad una comunità cattolica
in un Paese nobile, di grandi tradizioni cristiane, ferito dai peccati di alcuni dei
suoi sacerdoti. Il Papa parla con il cuore. Si rivolge alle vittime ma anche ai colpevoli,
e ai peccatori dice: “Devi ammettere, con umiltà, il tuo peccato e con grande umiltà
devi assoggettarti alle conseguenze e devi pentirti; devi chiedere perdono e devi
chiedere la grazia di poter condurre una vita di preghiera e penitenza per quello
che hai fatto”.
Mons. Scicluna non manca poi di raccontare i suoi toccanti
incontri con le vittime della pedofilia. Un’esperienza, afferma, “estremamente triste”:
“At
times you cry with them, because the pain is raw, … A volte ho pianto con
loro, perché il dolore è crudo quando le persone tornano al trauma subito. (…) E’
un’esperienza molto importante: queste persone hanno bisogno di essere ascoltate dalla
Chiesa. Quando mi occupo personalmente dei casi e incontro queste persone, realizzo
che anch’io sono un sacerdote e che un sacerdote è una persona che porta conforto
e ovviamente mi rattrista sentire quello che un sacerdote ha fatto a queste persone.
(…) Non è facile, ma per loro lo è ancora meno, non è facile per me, ma dev’essere
fatto. E’ importante”.
Per mons. Scicluna, ciò che rende più grave gli
abusi sessuali da parte dei sacerdoti “è il fatto che si tratta di un doppio tradimento”:
“Because
a young person will trust his abuser… Perché un giovane si fiderà della
persona che abuserà di lui: il primo passo, nell’abuso sessuale, è distruggere questa
fiducia. Il rapporto di fiducia tra chi commette l’abuso e la sua vittima. E quando,
poi, a perpetrare l’abuso è un sacerdote, non sarà stata violata soltanto la fiducia
"umana": infatti, sarà stata violata la fiducia “sacra”. Il sacerdote è ordinato per
essere un’icona, un’immagine, l’immagine vivente di Gesù Cristo. (…) E’ una tragedia
immensa per l’individuo, per la vittima, per la Chiesa”.
Il promotore
di giustizia del dicastero vaticano tiene a sottolineare l’impegno della Santa Sede
per far fronte a questa piaga, nel rispetto delle procedure volute da Giovanni Paolo
II e Benedetto XVI:
“People demand justice and they have a right … Le
persone chiedono giustizia ed hanno diritto a chiedere giustizia entro determinati
limiti di tempo, ma ci si aspetta anche che siano rispettati i diritti degli individui.
Ora, rispettare i diritti di sacerdoti colpevoli non significa dimenticarsi delle
vittime, ma la giustizia deve seguire il corso della legge, e noi ci muoviamo sulla
scia delle iniziative del cardinale Ratzinger, e ora Benedetto XVI. La Congregazione
per la Dottrina della Fede ha la possibilità di offrire procedure veloci a quei vescovi
che denuncino casi molto gravi”.