2010-08-24 14:26:44

L’emergenza in Pakistan. Il presidente Zardari: “Ci vorranno tre anni per riprendersi"


Per riprendersi dal disastro causato dalle inondazioni, il Pakistan impiegherà almeno tre anni: è la triste previsione del presidente Asif Ali Zardari in un’intervista rilasciata al quotidiano britannico The Independent, in cui avverte anche del pericolo che il terrorismo islamico approfitti della situazione d’emergenza. “La sfida è evitare che accada”, ha detto Zardari. La tragedia umana, infatti, in Pakistan, sta raggiungendo proporzioni tragiche: le piogge monsoniche hanno distrutto un terzo del territorio del Paese e lasciato senza tetto oltre quattro milioni di persone. Organismi internazionali e Ong sono al lavoro per salvare il maggior numero possibile di vite umane, ma denunciano una grave carenza dei finanziamenti a livello internazionale. Nei giorni scorsi il direttore dell’Unicef, Anthony Lake, in particolare, aveva sottolineato l’emergenza infantile: “Se il mondo non risponde immediatamente – aveva detto – i 3,5 milioni di bambini colpiti dalle inondazioni saranno a rischio di contrarre malattie mortali”. E queste previsioni, purtroppo, si stanno avverando: oggi la televisione Geo News riferisce della morte di almeno otto persone, tra cui due minori, a causa di un’epidemia di colera scoppiata nella provincia sud-occidentale del Baluchistan. Le vittime apparterrebbero al distretto di Jaffarabad, sommerso e completamente isolato da oltre dieci giorni, nel quale i soccorsi non sono ancora arrivati. Negli ultimi due giorni, inoltre, infezioni gastrointestinali hanno ucciso almeno 40 persone e il livello dei fiumi nelle aree già gravemente colpite è in costante aumento. L’emergenza riguarda anche l’agricoltura: secondo il ministro locale per l’Alimentazione, Nazar Muhammad Gondal, sono quasi due milioni i campi coltivati danneggiati e si calcola la perdita di un milione e mezzo di tonnellate di riso, che è uno dei prodotti maggiormente commercializzati dal Paese. Grave la situazione anche per le colture di canna da zucchero, mais e cotone. (A cura di Roberta Barbi)







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