2010-08-23 15:26:03

Incontri e dibattiti al Meeting di Rimini sulla sfida del cuore: intervista con Sandro Ricci


135 incontri, 8 mostre, 19 spettacoli, oltre 300 ospiti: scienziati, politici, intellettuali, uomini di Chiesa, rappresentanti di associazioni. Nella 31.ma Edizione del Meeting per l’Amicizia tra i Popoli, inaugurata ieri a Rimini, si parla di fede, ma anche di economia, della crisi del lavoro e dell’uomo, tutto a partire dal tema del cuore, ovvero “quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi”. Il servizio del nostro inviato Luca Collodi.RealAudioMP3

Non potevano mancare, in una edizione dedicata al cuore dell’uomo e al suo desiderio di cose grandi, incontri e convegni che approfondissero il tema della libertà di religione e della situazione dei cristiani perseguitati. Il riconoscimento della libertà religiosa è infatti un diritto fondamentale del cuore di ogni uomo. Sono venti i Paesi rappresentati, oltre tremila i volontari che lavorano gratis tra i capannoni dell’immensa Fiera. Provengono da ogni parte d’Italia e anche dall’estero (circa 200): Brasile, Cile, Messico, Paraguay, Stati Uniti, Egitto, Nigeria, Portogallo, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Olanda, Germania, Polonia, Ungheria, Russia, Lituania, Kazakistan, Kosovo. Il bilancio preventivo del Meeting 2010 è di 8 milioni e 300.000 euro. Una novità fondamentale è la crescita della dimensione internazionale dell’incontro riminese con la presentazione dell’edizione di quest’anno a New York, Madrid e Budapest, ad ottobre al Cairo. Ascoltiamo il direttore del Meeting, Sandro Ricci, ai nostri microfoni sul valore del Meeting per l’impegno dei laici cattolici al servizio del bene comune:

D. - I laici cattolici sono persone vive, le vediamo qui camminare nei nostri corridoi, nelle nostre sale, che hanno voglia di affrontare la realtà, di mettersi in gioco, di verificare se la loro fede è in grado di diventare anche un’intelligenza della realtà efficace ed utile.

D. - Il Meeting come guarda l’evoluzione sociale, politica dell’Italia di questo periodo?

R. - Io penso che come tutti noi, la vediamo con una certa preoccupazione perché c’è come un decadimento della politica. La politica potrebbe essere un’espressione elevatissima di cultura. Noi pensiamo con il nostro lavoro di favorire questa maturazione culturale, che può portare le persone a riappassionarsi al bene comune, al bene sociale e quindi a lavorarci, perché possa esserci un passaggio di progresso.

D. - Guardare al bene comune, senza un’esperienza di fede vera, è difficile di questi tempi...

R. - Perché quello che prevale normalmente è l’interesse personale, l’interesse particolare. Si fa fatica a capire che l’interesse particolare è valorizzato proprio dal bene comune, ma il bene comune, è che abbiamo un destino comune, che siamo fatti per un grande bene.

D. - Al Meeting c’è anche tanta gratuità, ci sono tanti volontari, tanti giovani soprattutto, che offrono parte del loro tempo, delle loro vacanze per un ideale...

R. - Io rimango stupito ogni anno da 31 anni perché queste persone vengono qui e danno gratuitamente, ma sotto c’è un grande segreto, che riconosciamo di aver ricevuto, tutto ci è dato e quindi possiamo ridare gratuitamente. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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