2010-08-21 14:14:02

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica


In questa 21.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il passo del Vangelo in cui un tale chiede a Gesù: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». E Gesù risponde:

“Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno”.

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

Parole dure risuonano oggi nel Vangelo, provocate da una domanda tragica: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Invece di incoraggiare la speranza, Gesù la restringe. E comincia a parlare di una “porta stretta”, che molti cercheranno di attraversare, ma, nonostante ogni sforzo, non ci riusciranno. E da dentro casa, secondo la metafora, anche il Padre non sembra interessato ad accogliere con misericordia. Anzi a chi bussa con forza rinfaccia l’ipocrisia e l’illusione di meritarsi un facile accesso. Ma come? Eppure altre pagine del Vangelo parlano di porte spalancate, di invito indiscriminato ad entrare, di accoglienza generosa, di braccia accoglienti. Dio ci salva certo e vuole che tutti siano salvi, ma non ci si può prendere gioco di Lui con formalismi e ipocrisie colorate di sacro. Non è per tirchieria che la porta è stretta, ma per amore. L’amore è esigente, perché Dio è stato esigente con se stesso: è giunto fino al massimo, a dare il suo Figlio per farci entrare dalla porta stretta. Largo è stato il suo cuore, sia largo anche il nostro nell’amore. È un problema di amore generoso, non di centimetri.







All the contents on this site are copyrighted ©.