L’arcivescovo di Bangalore al governo: stop ai predicatori di odio anticristiano
Urge fermare al più presto i predicatori di odio che infiammano gli animi alla violenza
contro i cristiani, diffondendo false accuse, soprattutto se si tratta di uomini politici,
leader che rappresentano la nazione: lo chiede l’arcivescovo di Bangalore, Bernard
Moras, in un lettera inviata al governatore dello Stato del Karnataka (India meridionale),
H. R Bhardawaj, e al primo ministro dello stesso stato, B. S. Yeddyurappa. La missiva,
giunta all’Agenzia Fides, è la risposta della Chiesa alle gravi dichiarazioni del
parlamentare Prahlad Remane – membro del partito nazionalista indù Barathiya Janata
Party (BJP) – che, nella giornata dell’indipendenza dell’India, aveva lanciato pesanti
accuse contro la comunità cristiana. Il leader ha detto che fra le eredità lasciate
dai colonizzatori Inglesi all’India “c’è quella di aver diffuso sistematicamente il
seme del cristianesimo nel Paese”. Una “malapianta” che Prahlad Remane ha invitato
a “sradicare al più presto”. Tali dichiarazioni – osservano fonti locali della Fides
- sono in linea con le peggiori affermazioni dell’estremismo indù, che ha provocato
negli ultimi due anni oltre 1.000 episodi di violenza anticristiana solo in Karnataka
e massacri in altri stati dell’India. “Ma per i massacri in Orissa c’è stata una sollevazione
dell’opinione pubblica, lo sdegno della comunità internazionale, l’intervento del
governo federale. In Karnataka, invece, grazie alla sotterranea copertura del BJP
e della polizia di Stato, non c’è alcun impatto culturale né emotivo sulla popolazione.
Spesso non vi sono denunce ufficiali (che la polizia rifiuta di registrare), non vi
sono articoli e servizi dei mass-media. Tutto avviene nel silenzio, nell’indifferenza
e nell’impunità, ma la comunità cristiana è in evidente sofferenza”, spiega la fonte
di Fides. Per questo l’arcivescovo Moras ha rotto gli indugi e ha scritto al governo
locale: “Apprendiamo con profondo disappunto che il parlamentare del BJP Prahlad Remane
ha diffuso false accuse contro i cristiani, parlando anche di conversioni operate
con mezzi fraudolenti”, afferma il presule, chiedendo al governatore e al primo ministro
di intervenire al più presto per bloccare tali leader irresponsabili che attentano
alla pace nella società indiana. “Tali rilievi falsi e ingiustificati gettano benzina
sul fuoco dei sentimenti di intolleranza”, nota allarmato mons. Moras, che ha inviato
copia della lettera anche alle autorità federali. L’arcivescovo ha sottolineato che
“secondo la Costituzione indiana, i valori di pluralismo, laicità, tolleranza, mutuo
rispetto, armonia” devono essere rispettati da tutti, soprattutto da persone che rappresentano
i cittadini nelle assemblee legislative, a livello statale e federale. Costoro “sono
chiamati a proteggere e garantire i diritti costituzionali di tutta la popolazione
indiana, senza pregiudizi di casta, colore o religione”, contribuendo a creare a creare
pace e armonia nella società.