La sfida del cuore al centro del Meeting di Rimini per riportare Cristo in mezzo agli
uomini
“Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore”: è il titolo della
31.ma edizione del Meeting per l'amicizia fra i popoli, promosso a Rimini da “Comunione
e Liberazione”, che avrà inizio domenica prossima. L’evento si aprirà con la Messa
presieduta dal vescovo diocesano, mons. Francesco Lambiasi. In apertura della celebrazione,
il presidente della Fondazione del Meeting, Emilia Guarnieri, leggerà il messaggio
augurale di Benedetto XVI. Proprio ad Emilia Guarnieri, Luca Collodi ha chiesto
di soffermarsi sul tema di quest'anno che mette il cuore al centro dei nostri tempi:
R. – Vuol
dire che l’uomo è fatto per la grandezza, per l’infinito, per la positività e che
se é leale con questo cuore, questo cuore sarà sempre, in ogni circostanza, la sua
grande risorsa.
D. – Presidente Guarnieri, ne parlerete al meeting:
ci sono, secondo lei, forze che possono cambiare la storia economica, sociale e politica?
R.
– C’è un titolo, per le tavole rotonde del meeting, che recita proprio: “Le forze
che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell’uomo”, perché in
effetti é proprio vero che se l’uomo perde il suo desiderio, perde la sua spinta alla
grandezza, alla realizzazione di sé, l’uomo non solo si perde sul piano personale
e soggettivo individuale, ma si perde proprio come costruttore di storia, si perde
come protagonista sociale. Nel meeting abbiamo anche una mostra che documenta proprio
come il ‘fattore-uomo’, il ‘fattore-persona’ sia l’elemento determinante - anche in
una circostanza che é quella di cui la mostra parla - della crisi economica.
D.
– Un europeo, perché, oggi, deve ancora credere nella divinità di Gesù Cristo?
R.
– Questo é un altro bellissimo tema che verrà trattato proprio dalle due anime dell’Europa,
dai ‘due polmoni’ dell’Europa - come diceva una volta Giovanni Paolo II - : da una
parte il polmone Russo – avremo il metropolita di Minsk, Filarete – e dall’altra
parte il polmone occidentale ed avremo il presidente del Consiglio delle Conferenze
episcopali d'Europa, il primate d’Ungheria Erdő. Mi piace proprio sottolineare questo,
che é sicuramente l’incontro storico di questo meeting: cioé il fatto che queste
due grandissime personalità abbiano accettato di parlare insieme e su questo grandissimo
tema, che significa proprio dire: “oggi Cristo ha ancora qualcosa da dire all’uomo!”.
Un tema che si domanda anche cosa sia oggi Cristo per l’attesa dell’uomo. Argomento,
peraltro, sul quale – da un’altra angolatura – interverrà anche il cardinale Scola,
che metterà proprio a tema questa questione, perché in effetti, oggi, é come se di
fronte a questa questione – almeno a noi sembra, anche per l’esperienza che viviamo,
per i rapporti che abbiamo della fede cristiana – gli uomini non possano non rimettersi
in gioco, perché oggi o il cristianesimo é veramente una risorsa per l’umanità, oppure
é un fardello inutile.
D. – Per non parlare, poi, del rapporto tra religione
e politica...
R. – Credo che sicuramente la religione ponga alla politica
la grande questione della libertà, perché o la libertà religiosa é proprio un diritto
umano che la società civile e la società politica riconoscono come fattore importante,
o appunto siamo inevitabilmente condannati – in un modo o in un altro – alla persecuzione.
Potranno essere delle persecuzioni violente o potranno essere persecuzioni apparentemente
meno violente, comunque la politica non può sottrarsi ad un riconoscimento della libertà
dell’esperienza religiosa. (Montaggio a cura di Maria Brigini)