2010-08-20 14:05:38

Corea del Nord: la crisi alimentare colpisce anche la capitale


La disastrosa riforma valutaria dello scorso anno e la pianificazione economica quinquennale, che il regime comunista della Corea del Nord continua a portare avanti, stanno mettendo in ginocchio la popolazione di Pyongyang. La capitale era abituata a un regime alimentare leggermente migliore rispetto al resto del Paese ma ora è stretta nella morsa della fame a causa dell’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e dalla mancanza degli alimenti base nei negozi. AsiaNews ha raccolto la testimonianza di alcuni ex cittadini fuggiti in Corea del Sud secondo cui iniziano a manifestarsi i primi timidi segnali di malcontento: la popolazione è irata, e si lamenta di questi fattori. Secondo alcune stime, il 60 % degli abitanti è scontento delle autorità”. D’altra parte gli abitanti di Pyongyang, data la vicinanza con il potere politico, erano abituati ad avere accesso alle merci migliori che transitavano per il Paese: ora devono vivere di patate. La stessa fonte, che è andata fino in Cina in cerca di cibo, aggiunge: “La vita, semplicemente, non tornerà più come prima: la distribuzione del cibo non funziona più. La cosa diversa dal solito è il modo in cui la gente reagisce: a luglio e ad agosto sono state distribuite soltanto patate, e iniziamo a sentire vere proteste contro il governo”. Un ulteriore segno del disastro in corso viene dalle classi privilegiate della società, come militari e membri delle agenzie di sicurezza nazionale, che ricevono razioni limitate come il resto della cittadinanza. Fino a poco tempo fa, invece, il loro regime alimentare era paragonabile a quello di una capitale dell’Europa orientale ai tempi del comunismo. La Corea del Nord vive da almeno due decenni una situazione alimentare insostenibile. Poggiandosi sul principio dell’autosostenibilità predicata dal precedente regime di Kim Il-sung, il governo ha portato avanti dei progetti di pianificazione economica che si sono dimostrati fallimentari. A questo vanno aggiunte le pesantissime sanzioni imposte dalla comunità internazionale dopo l’annuncio dello sviluppo di un arsenale atomico, che hanno di fatto eliminato ogni merce straniera dal mercato, e la terribile riforma valutaria ordinata dal “Caro Leader” Kim Jong-il lo scorso dicembre. Per evitare nuove defezioni negli alti ranghi militari, infatti, il dittatore ha tolto due zeri dalla valuta nazionale, azzerando risparmi e investimenti. In questo modo ha costretto alla povertà anche la misera classe media del Paese, gettandola nel panico. “Ora – dice ancora la fonte di AsiaNews – l’effetto di tutto questo sta colpendo anche la capitale. Ma senza cibo, il patriottismo non dura a lungo”. (M.G.)







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