Appello dei vescovi del Kenya: emendare al più presto la nuova Costituzione
In una conferenza stampa svoltasi ieri presso la Basilica della Santa Famiglia di
Nairobi, il cardinale John Njue, arcivescovo di Nairobi e presidente della Conferenza
Episcopale del Kenya, ha affermato la necessità di emendare al più presto la nuova
Costituzione. Lo riferisce la Fides. La conferenza stampa era stata convocata al termine
di una riunione dei vescovi keniani, per discutere l'esito del referendum del 4 agosto
che ha approvato la nuova Costituzione del Paese. La Chiesa cattolica, pur riconoscendo
alcuni aspetti positivi del testo, si era opposta alla nuova Costituzione a causa
dell’articolo 26, che al comma 4 recita: “L’aborto non è permesso a meno che, secondo
l’opinione di un professionista sanitario specializzato, vi sia la necessità di un
trattamento d’emergenza, o la vita o la salute della madre sia in pericolo, o se è
permesso da ogni altra legge scritta”. È soprattutto l’ultima affermazione (“se è
permesso da ogni altra legge scritta”) ad allarmare gli oppositori dell’aborto, perché
di fatto apre la strada alla sua legalizzazione. Al termine della loro riunione, i
vescovi hanno deciso di accettare la decisione dei keniani di approvare la nuova Costituzione,
ma hanno ribadito che gli errori contenuti nel nuovo dettato costituzionale siano
affrontati e corretti al più presto. La Conferenza Episcopale ha inoltre criticato
i risultati di alcuni sondaggi, secondo i quali i keniani avrebbero più fiducia nei
politici rispetto alla Chiesa. Il cardinale Njue ha detto che se i keniani hanno
votato in maniera compatta a favore della nuova Costituzione, questo non significa
che si possa ignorare la verità. "La credibilità non riguarda i numeri, ma la verità.
Storicamente la verità non è mai stata popolare, ma la Chiesa ha sempre avuto e avrà
il suo ruolo da svolgere nella società. Come i pastori in grado di fornire un orientamento
morale, dobbiamo ancora ribadire la necessità di affrontare le questioni morali che
viziano la nuova Costituzione. Questa voce non potrà mai essere messa a tacere”.