Crescono in Francia le polemiche per la decisione del presidente Sarkozy di rimpatriare
gli stranieri irregolari. Oggi sono tornati in Romania i primi 93 rom. Proprio da
Bucarest sono arrivate dure proteste e anche l’Unione Europea ha richiamato le autorità
francesi al rispetto delle leggi sulla libera circolazione dei cittadini. Parigi ha
risposto che le misure sono in linea con i trattati e che l’obiettivo è quello di
rimpatriare 700 persone entro la fine del mese. Sulla situazione, Alessandra De
Gaetano ha sentito Antonio Stango, presidente del Comitato italiano Helsinki:
R. - Il problema
credo sia quello di avere dei rimpatri o su base volontaria, quando questo accade,
o su base di un decreto di espulsione quando ve ne siano i termini legali ma individuali,
quindi mai di massa e non certamente sulla base dell’etnia.
D. - Facciamo
luce proprio su questo discorso dei rimpatri. Si tratta, in questo caso, di rimpatri
volontari o forzati?
R. - Da quello che dicono le autorità francesi,
questi primi rimpatri sarebbero tutti volontari e c’è un contributo economico di alcune
centinaia di euro per coloro che accettano di essere rimpatriati. Vi saranno comunque
anche dei rimpatri ordinati, in seguito a violazioni di leggi e ai principi generali
dell’ordine pubblico.
D. - La questione dei rimpatri è strettamente
legata con il discorso dei rientri clandestini. Come garantire, allora, la sicurezza
e, allo stesso tempo, il rispetto dei diritti umani?
R. - Bisogna essere
sicuri che i rimpatri non avvengano in massa e non avvengano su base etnica, perché
questo sarebbe intollerabile, sarebbe una manifestazione, di fatto, di razzismo e
sarebbe contraria ai principi del diritto internazionale e ai principi del diritto
interno comunitario. Se queste espulsioni avvengono su base individuale, la cosa può
essere legittima. Se il ritorno viola un decreto legittimamente motivato di espulsione,
questo può essere un reato; se il ritorno avviene liberamente, a questo punto non
c’è di per sé un motivo per espellere la persona.
D. - Da oggi Lourdes
raccoglie tra otto mila e dieci mila pellegrini rom e provenienti da etnie di zingari.
Probabilmente per paura i negozianti hanno chiuso le loro attività commerciali. Una
scelta, secondo lei, che richiama atteggiamenti di xenofobia?
R. - Sì.
Richiama una paura del diverso. Bisogna assicurare condizioni di dignità a tutte le
persone presenti in un determinato territorio con un patto di legalità, rispetto delle
leggi, rispetto dell’ordine pubblico, rispetto sempre della dignità umana.