2010-08-18 14:39:23

Italia: le lauree in ingegneria ed economia offrono maggiori sbocchi


In Italia, le lauree in ingegneria superano quelle in economia per gli sbocchi lavorativi: buone possibilità danno i corsi in medicina, odontoiatria, statistica, psicologia, le discipline chimico-farmaceutiche: restano indietro le lauree umanistiche. E’ quanto emerge dal rapporto sui “Fabbisogni professionali per occupabilità” di Excelsior-Unioncamere, il Sistema informativo sull’occupazione e la formazione del Ministero del Lavoro, pubblicato nei giorni scorsi. La ricerca rileva, in particolare, che il tasso di disoccupazione, fino ai 29 anni, rimane del 27% . Ma quali possono essere gli interventi necessari per avvicinare il sistema formativo universitario al mondo del lavoro? Risponde al microfono di Elisa Castellucci, il segretario confederale della Cisl, Giorgio Santini.RealAudioMP3

R. - Bisogna operare con le riforme e con gli adattamenti necessari e poi bisogna anche, nell’immediato, assumere qualche provvedimento. Ad esempio, noi pensiamo che nel piano del lavoro di cui si sta parlando anche a livello di ministero sarebbe molto importante prevedere un capitolo specifico per i giovani, per favorire le assunzioni di giovani laureati, diplomati, con modalità che non siano i tirocini e gli stage, che sono, come spesso sappiamo, dei percorsi senza fine e senza poi stabilizzazione. Quindi, fare uno sforzo - anche incentivando le imprese perché assumano i giovani - per uscire da questo bacino di disoccupazione potenziale, ma anche purtroppo reale molto, molto ampio.

D. - Ma quale potrebbe essere un consiglio adatto per un giovane studente che vuole intraprendere un percorso universitario?

R. - Nell’immediato, consultare attentamente questi dati ed anche queste ricerche. Quella di “Excelsior”, per esempio, è molto importante e molto dettagliata. Ci sono, per esempio, in questo momento, in Italia, almeno 140 mila posti di lavoro che sono di difficile reperimento, per i quali si fa fatica a trovare il personale adeguato. Un consiglio che io darei, anche a chi vuole intraprendere il percorso universitario, è quello di leggere bene anche queste statistiche, dove c’è il difficile reperimento di questa manodopera. Per esempio, torna il tema dei lavori legati alla sanità, torna il tema dei lavori legati anche ai mondi produttivi, e quindi facoltà tecnico-scientifiche. E sulla base di questo, credo, un orientamento, pur fatto con le proprie valutazioni, potrebbe essere adeguato.

D. - Quali criticità presenta oggi il sistema universitario in Italia?

R. - E’ un problema di equilibrio. Siamo stati molto carenti nell’area tecnico-scientifico-professionale: lì dobbiamo recuperare, senza naturalmente scadere nell’eccesso di abbandonare il settore umanistico che va invece qualificato e va proiettato anche sulle nuove esigenze. Un sistema scolastico forte, ben calibrato ha bisogno anche di una struttura di preparazione e anche di possibilità di formare, poi, personale docente e tutto quello che vi è collegato, che resti nel tempo e che abbia una sua valenza ed una sua qualità il più possibile alta.







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