Sudafrica. La Commissione per i diritti umani: i partiti intervengano contro la xenofobia
La Commissione sudafricana per i diritti umani (Sahrc) ha invitato gli esponenti politici
sudafricani a far sì che i rispettivi partiti di riferimento si impegnino al massimo
perché sia posto fine alle violenze xenofobe nel Paese. È assolutamente indispensabile,
afferma la Sahrc, che i partiti politici esercitino il loro potere in favore di una
maggiore integrazione e tolleranza. Non vi è dubbio, si legge in un comunicato, che
i vuoti di potere della politica e la carente prestazione di servizi abbiano contribuito
all’esplosione delle violenze del maggio 2008. Va detto inoltre che in taluni casi
a livello locale si è approfittato degli attacchi per mero tornaconto politico. La
Sahrc ha colto quest’occasione per riferire sugli esiti delle indagini condotte sulle
violenze del maggio 2008 ai danni di cittadini stranieri, resi pubblici lo scorso
marzo. Il rapporto in questione contiene tutta una serie di raccomandazioni dirette
al governo e ad altri attori di portata nazionale, ed è stato presentato al parlamento
nella speranza che suscitasse un dibattito e si decidesse di dare attuazione pratica
alle raccomandazioni stesse. Queste prevedono, tra l’altro, misure preventive: un
sistema più organizzato e integrato di risposta ai conflitti, comprensivo di sistemi
di allerta precoce perfezionati; iniziative atte a consapevolizzare la popolazione
circa i rischi di una leadership antidemocratica; procedure di denuncia per i membri
di partiti politici; e rafforzamento dei sistemi giudiziari e di polizia per assicurare
alla giustizia i colpevoli di atti di violenza xenofoba. Per quanto attiene al rientro
a casa di sfollati a causa di fatti di violenza, il rapporto raccomanda di effettuare
una valutazione più globale della situazione prima di dichiarare sicura una determinata
zona. Nelle parole del gesuita padre David Holdcrof, direttore del Jrs (Jesuit Refugee
Service) in Sudafrica, “qualsiasi persona di buon senso, nel leggere queste raccomandazioni,
si unirebbe al coro di quanti chiedono che i contenuti del rapporto divengano oggetto
di dibattito parlamentare”. Il Jrs si associa in particolare all’appello della Sahrc
perché “non si scaglino poveri contro poveri”. La violenza xenofoba non va vista nell’ottica
di una criminalizzazione delle fasce più povere della società sudafricana. Come dimostra
un rapporto del "Forced Migration Studies Programme" della Witwatersrand University,
frutto di studi empirici condotti sulle caratteristiche distintive dei 138 quartieri
in cui nel maggio 2008 si erano verificati fatti di violenza, poste al confronto con
i dati di altri quartieri contigui tranquilli, le violenze contro gli stranieri non
sono imputabili in assoluto alla mancanza di lavoro o alla povertà. “È evidente che
la violenza xenofoba che si riscontra in Sudafrica costituisce una problematica complessa
che richiede tutta una serie di risposte e interventi concreti. Il dibattito parlamentare
sul rapporto della Sahrc contribuirebbe quantomeno a indurre una maggiore consapevolezza
del problema, e a suscitare in ambito politico la dovuta determinazione di farsene
carico”, ha tenuto a precisare padre Holdcroft. (I.P.)