2010-08-15 15:01:31

Sudafrica. La Commissione per i diritti umani: i partiti intervengano contro la xenofobia


La Commissione sudafricana per i diritti umani (Sahrc) ha invitato gli esponenti politici sudafricani a far sì che i rispettivi partiti di riferimento si impegnino al massimo perché sia posto fine alle violenze xenofobe nel Paese. È assolutamente indispensabile, afferma la Sahrc, che i partiti politici esercitino il loro potere in favore di una maggiore integrazione e tolleranza. Non vi è dubbio, si legge in un comunicato, che i vuoti di potere della politica e la carente prestazione di servizi abbiano contribuito all’esplosione delle violenze del maggio 2008. Va detto inoltre che in taluni casi a livello locale si è approfittato degli attacchi per mero tornaconto politico. La Sahrc ha colto quest’occasione per riferire sugli esiti delle indagini condotte sulle violenze del maggio 2008 ai danni di cittadini stranieri, resi pubblici lo scorso marzo. Il rapporto in questione contiene tutta una serie di raccomandazioni dirette al governo e ad altri attori di portata nazionale, ed è stato presentato al parlamento nella speranza che suscitasse un dibattito e si decidesse di dare attuazione pratica alle raccomandazioni stesse. Queste prevedono, tra l’altro, misure preventive: un sistema più organizzato e integrato di risposta ai conflitti, comprensivo di sistemi di allerta precoce perfezionati; iniziative atte a consapevolizzare la popolazione circa i rischi di una leadership antidemocratica; procedure di denuncia per i membri di partiti politici; e rafforzamento dei sistemi giudiziari e di polizia per assicurare alla giustizia i colpevoli di atti di violenza xenofoba. Per quanto attiene al rientro a casa di sfollati a causa di fatti di violenza, il rapporto raccomanda di effettuare una valutazione più globale della situazione prima di dichiarare sicura una determinata zona. Nelle parole del gesuita padre David Holdcrof, direttore del Jrs (Jesuit Refugee Service) in Sudafrica, “qualsiasi persona di buon senso, nel leggere queste raccomandazioni, si unirebbe al coro di quanti chiedono che i contenuti del rapporto divengano oggetto di dibattito parlamentare”. Il Jrs si associa in particolare all’appello della Sahrc perché “non si scaglino poveri contro poveri”. La violenza xenofoba non va vista nell’ottica di una criminalizzazione delle fasce più povere della società sudafricana. Come dimostra un rapporto del "Forced Migration Studies Programme" della Witwatersrand University, frutto di studi empirici condotti sulle caratteristiche distintive dei 138 quartieri in cui nel maggio 2008 si erano verificati fatti di violenza, poste al confronto con i dati di altri quartieri contigui tranquilli, le violenze contro gli stranieri non sono imputabili in assoluto alla mancanza di lavoro o alla povertà. “È evidente che la violenza xenofoba che si riscontra in Sudafrica costituisce una problematica complessa che richiede tutta una serie di risposte e interventi concreti. Il dibattito parlamentare sul rapporto della Sahrc contribuirebbe quantomeno a indurre una maggiore consapevolezza del problema, e a suscitare in ambito politico la dovuta determinazione di farsene carico”, ha tenuto a precisare padre Holdcroft. (I.P.)







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