La Comunità di Taizé, a 70 anni dalla sua fondazione, ricorda frère Roger
La comunità di Taizé ha celebrato ieri sera con un pellegrinaggio i 70 anni della
sua fondazione, cinque anni dopo la morte di frère Roger. Insieme con circa 5000 le
persone, i fratelli della comunità si sono riuniti alle 19,30 in un grande prato vicino
al villaggio e hanno celebrato all’aria aperta la prima parte della preghiera comune:
dei canti, un testo biblico letto in diverse lingue da giovani di differenti continenti
e un momento di silenzio. Un giovane italiano, della città di Trento, che viene a
Taizé già da parecchio tempo, ha fatto il suo ingresso in comunità e ricevuto la veste
bianca che portano i fratelli. Poi, tutti insieme, i fratelli e le migliaia di giovani
di settanta Paesi che stanno trascorrendo la settimana a Taizé, insieme a qualche
bambino, hanno attraversato il villaggio in pellegrinaggio. Sono passati davanti al
cimitero della piccola chiesa romanica dove riposa frère Roger e dove era stata messa,
in occasione di questa serata, l’icona copta egiziana dell’amicizia, così cara al
cuore di frère Roger. E tutti si sono diretti verso la chiesa della Riconciliazione
dove si è svolta la seconda parte della preghiera comune: è stato letto il Vangelo
della Resurrezione e sono state accese le migliaia di candele che ciascuno aveva in
mano, simbolo della speranza della Resurrezione. Il priore della comunità, Frère Alois,
ha recitato questa preghiera, sono state le uniche parole pronunciate durante la serata:
“Dio d'amore, ti ringraziamo per la vita donata del nostro fratello Roger, che ci
ha lasciati cinque anni fa, e che era arrivato da solo in questo piccolo villaggio
di Taizé 70 anni fa. Cercava con ardore di vivere della tua fiducia e di annunciare
la tua bontá infinita per ogni essere umano, credente o non credente: tu, il Dio vivente,
che non condanni e che non escludi nessuno dal tuo amore. In questa fiducia, tu gli
hai donato di trovare la sorgente della gioia e della pace: la pace del cuore che
ha fatto di lui un creatore di pace tra gli uomini. Come Giovanni Battista voleva
preparare le vie del tuo Cristo, radunare il tuo popolo e dire a tutti: «Dio è vicino
a voi». Volgersi verso te, Dio d'amore, ed essere vicino ai più poveri erano per lui
realtà inseparabili. Alleviare le sofferenze, accogliere, accogliere in particolare
i giovani, ascoltare per comprendere ogni cosa dell'altro: questa era la via che tu
gli hai aperto per camminare al seguito di Cristo Gesù e per essere all'ascolto dello
Spirito Santo. Povero e vulnerabile lui stesso, come era solito dire, con tutte le
sue forze ha scelto di amare. Ha amato la tua Chiesa che raduna i credenti in un'unica
comunione al di là delle frontiere politiche, sociali e culturali. Era per lui segno
di speranza di una umanità riconciliata. Ti ringraziamo di poter fare memoria di lui
con tutta la Chiesa. Le parole di Papa Benedetto vanno dritto al cuore quando scrive:
«Che la sua testimonianza di un ecumenismo nella santità ci ispiri nel nostro cammino
verso l’unità». I Patriarchi di Costantinopoli e di Mosca, l'arcivescovo di Canterbury,
i responsabili luterani e riformati, e tanti altri, si uniscono a noi per dire la
nostra riconoscenza. Dona a tutti noi di continuare con tutto il cuore ciò che frère
Roger ha cominciato. Come lui vorremmo vivere dell'amicizia di Cristo, mettendo in
pratica, senza esitare, anche una sola parola del Vangelo. In comunione con tutta
la Chiesa attraverso il mondo e con coloro che ci hanno preceduto nella fede, a partire
dagli apostoli e da Maria, ti lodiamo e cantiamo: «Gesù Cristo, luce interiore, non
lasciare che le mie tenebre mi parlino. Gesù Cristo, luce interiore, donami di accogliere
il tuo amore»”. (S.G.)