Iran: tutto pronto per l'inaugurazione della prima centrale nucleare per la produzione
di energia
Rischia di inasprire i rapporti internazionali la notizia diffusa recentemente dalla
Russia: il 21 agosto prossimo Mosca inaugurerà a Bushehr, in Iran, la prima centrale
nucleare per la produzione di energia. La notizia pone nuovamente in evidenza le preoccupazioni
innanzitutto degli Stati Uniti e di Israele per un possibile uso, da parte di Teheran
dell’energia atomica a scopi bellici e non civili. Per un commento sulla questione
nucleare iraniana, alla luce della prossima apertura della centrale di Bushehr, Giancarlo
La Vella ha intervistato Giorgio Alba, esperto di questioni nucleari dell’Archivio
Disarmo:
R. – Questa
novità porta cambiamenti in tre elementi della discussione sul nucleare. Il primo,
sulle centrali nucleari in Iran, il secondo è sugli impianti di arricchimento. E’
importante evidenziare che c’è uno scarso interesse da parte dell’Occidente, Stati
Uniti ed Israele rispetto a quello che fa l’Iran presso questa centrale nucleare,
perché il principale elemento di interesse, di preoccupazione sono gli impianti di
arricchimento dell’uranio, e sono questi gli impianti che sono sotto le ispezioni
dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica e all’attenzione dei servizi segreti
occidentali. Il rischio di un eventuale sviluppo per uso militare del nucleare da
questa centrale è limitato. Per la Russia è diverso: c’è un impegno contrattuale.
Ci sono diversi miliardi di dollari che può ricevere dall’Iran per l’apertura di questa
e di alte centrali, però ha un impatto politico, perché la Russia si trova a svolgere
un doppio ruolo: da una parte, le viene chiesto – dall’Occidente – di schierarsi e
adottare sanzioni contro quello che, in realtà, è un partner commerciale con cui ha
interessi economici. Poi esiste un terzo elemento: quello del confronto che sta avvenendo,
in questi ultimi anni, tra chi promuove l’energia da fonti rinnovabili e sostenibili
e chi, invece, ha avuto un interesse – principalmente economico – a rilanciare il
discorso sulle centrali nucleari. Questo doppio ruolo che ha il nucleare, sia in campo
civile ma anche militare, riapre anche il dibattito se sia legittimo bloccare i programmi
nucleari dell’Iran quando allo stesso tempo l’Occidente porta avanti programmi analoghi.
D.
– La questione è legata soltanto alla sicurezza, che l’Iran adotti il nucleare unicamente
per scopi civili, oppure c’è il desiderio – comunque – di isolare l’Iran dal contesto
internazionale?
R. – L’Iran ha cercato negli ultimi anni, soprattutto
dopo la caduta del regime di Saddam Hussein, di svolgere un ruolo da prima potenza
regionale e il confronto sull’Iran usa in parte il nucleare proprio per limitare queste
ambizioni di potenza regionale dell’Iran.
D. – Possiamo dire, a questo
punto, che la comunità internazionale vede nella Russia il maggiore, se non l’unico,
controllore, in questo settore, dell’Iran?
R. – Sì. La Russia ha investito
molto in Iran e per questo i recenti cambiamenti di posizione da parte della Russia,
che hanno visto la Russia aderire maggiormente alle posizioni del presidente Obama
rispetto alle sanzioni, erano un messaggio positivo. Questa nuova apertura non cambia
assolutamente niente nella politica di sanzioni verso l’Iran, però evidenzia una contraddizione
di fondo per la Russia, nell’essere partner commerciale per il nucleare civile, ed
essere parte attiva delle sanzioni per il programma nucleare relativa agli impianti
di arricchimento dell’uranio.