2010-08-15 14:53:05

Iran: tutto pronto per l'inaugurazione della prima centrale nucleare per la produzione di energia


Rischia di inasprire i rapporti internazionali la notizia diffusa recentemente dalla Russia: il 21 agosto prossimo Mosca inaugurerà a Bushehr, in Iran, la prima centrale nucleare per la produzione di energia. La notizia pone nuovamente in evidenza le preoccupazioni innanzitutto degli Stati Uniti e di Israele per un possibile uso, da parte di Teheran dell’energia atomica a scopi bellici e non civili. Per un commento sulla questione nucleare iraniana, alla luce della prossima apertura della centrale di Bushehr, Giancarlo La Vella ha intervistato Giorgio Alba, esperto di questioni nucleari dell’Archivio Disarmo:RealAudioMP3

R. – Questa novità porta cambiamenti in tre elementi della discussione sul nucleare. Il primo, sulle centrali nucleari in Iran, il secondo è sugli impianti di arricchimento. E’ importante evidenziare che c’è uno scarso interesse da parte dell’Occidente, Stati Uniti ed Israele rispetto a quello che fa l’Iran presso questa centrale nucleare, perché il principale elemento di interesse, di preoccupazione sono gli impianti di arricchimento dell’uranio, e sono questi gli impianti che sono sotto le ispezioni dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica e all’attenzione dei servizi segreti occidentali. Il rischio di un eventuale sviluppo per uso militare del nucleare da questa centrale è limitato. Per la Russia è diverso: c’è un impegno contrattuale. Ci sono diversi miliardi di dollari che può ricevere dall’Iran per l’apertura di questa e di alte centrali, però ha un impatto politico, perché la Russia si trova a svolgere un doppio ruolo: da una parte, le viene chiesto – dall’Occidente – di schierarsi e adottare sanzioni contro quello che, in realtà, è un partner commerciale con cui ha interessi economici. Poi esiste un terzo elemento: quello del confronto che sta avvenendo, in questi ultimi anni, tra chi promuove l’energia da fonti rinnovabili e sostenibili e chi, invece, ha avuto un interesse – principalmente economico – a rilanciare il discorso sulle centrali nucleari. Questo doppio ruolo che ha il nucleare, sia in campo civile ma anche militare, riapre anche il dibattito se sia legittimo bloccare i programmi nucleari dell’Iran quando allo stesso tempo l’Occidente porta avanti programmi analoghi.

D. – La questione è legata soltanto alla sicurezza, che l’Iran adotti il nucleare unicamente per scopi civili, oppure c’è il desiderio – comunque – di isolare l’Iran dal contesto internazionale?

R. – L’Iran ha cercato negli ultimi anni, soprattutto dopo la caduta del regime di Saddam Hussein, di svolgere un ruolo da prima potenza regionale e il confronto sull’Iran usa in parte il nucleare proprio per limitare queste ambizioni di potenza regionale dell’Iran.

D. – Possiamo dire, a questo punto, che la comunità internazionale vede nella Russia il maggiore, se non l’unico, controllore, in questo settore, dell’Iran?

R. – Sì. La Russia ha investito molto in Iran e per questo i recenti cambiamenti di posizione da parte della Russia, che hanno visto la Russia aderire maggiormente alle posizioni del presidente Obama rispetto alle sanzioni, erano un messaggio positivo. Questa nuova apertura non cambia assolutamente niente nella politica di sanzioni verso l’Iran, però evidenzia una contraddizione di fondo per la Russia, nell’essere partner commerciale per il nucleare civile, ed essere parte attiva delle sanzioni per il programma nucleare relativa agli impianti di arricchimento dell’uranio.







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