2010-08-13 15:09:23

Cento anni fa moriva Florence Nightingale, modello per le infermiere di tutto il mondo


Cento anni fa, il 13 agosto del 1910, moriva Florence Nightingale, considerata la fondatrice del "nursing" moderno, ricordata anche con il soprannome "la signora della lampada". Allo scoppio della guerra in Crimea nel 1854 le fu affidata la gestione del lavoro negli ospedali militari in Turchia nei quali introdusse rivoluzionarie tecniche, per l’epoca, di prevenzione delle malattie. Simona De Santis ha parlato di questa straordinaria figura con Giovanna Carta, responsabile del Servizio Infermieristico dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.RealAudioMP3

R. – Florence Nightingale è il punto di riferimento oggi, a cent’anni dalla sua morte, per le infermiere di tutto il mondo. Fondò la prima scuola di infermieri e soprattutto diede delle basi scientifiche e dignità ad una professione, che era considerata prima di allora soprattutto su base volontaria e di accompagnamento più che per efficacia della cura.

D. – E’ considerata la prima infermiera, genio della statistica. In che modo fu rivoluzionario il suo contributo?

R. – Perché per prima diede il via a quello che è oggi tutto il campo della prevenzione delle infezioni ospedaliere. Proprio lei scoprì, sulla base dei dati che ogni giorno raccoglieva, che le infezioni in ospedale derivavano dalle mani degli operatori stessi, medici, che passavano da un malato all’altro, per esempio, senza lavarsi le mani. E questo venne fuori da tutti i suoi dati, che giornalmente scriveva sul suo diario.

D. – Torniamo a ricordare un’immagine a cui noi tutti siamo abituati. Perché è stata chiamata la “signora della lampada”?

R. – E’ stata chiamata così perché lei usava girare la sera tra le corsie dell’ospedale militare di Crimea con, appunto, una lampada a petrolio. Il suo spirito di abnegazione era talmente grande che faceva dei giri anche notturni tra i feriti e i malati. Ed erano proprio i feriti e i malati a chiamarla la “signora della lampada”, tanto che il romanzo della sua vita porta questo titolo.

D. – Quanto l’identità cristiana ha inciso nel lavoro della Nightingale?

R. – Portava gli insegnamenti cristiani ai malati e ai bisognosi. E sono proprio quei valori che l’hanno spinta – lei che veniva da una famiglia benestante – a lasciare tutto per dedicarsi ad una professione che allora era considerata per persone non certo del suo livello. Invece si è unita poi alle Suore di San Vincenzo de’ Paoli e insieme a loro ha portato avanti, con quella scientificità che abbiamo detto, questa attività di sostegno nella vita di tutti i giorni.

D. – La Nightingale ha dunque introdotto il concetto di vicinanza con il malato, che poi è al centro della vostra professione...

R. – Il contatto con i malati è il fondamento, il valore che ha la nostra professione. Se non si fa questo, la parte tecnica rimane assolutamente arida e ha molto, molto meno valore che non considerando l’uomo in tutte le sue componenti.







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