Black day dei cristiani pachistani contro la legge sulla blasfemia
I cristiani in Pakistan hanno osservato l’11 agosto un “black day”, una giornata di
protesta e di lutto contro le frequenti discriminazioni che subiscono nel Paese, soprattutto
la legge sulla blasfemia che continua a mietere vittime. L’11 agosto del 1947 – riferisce
l’agenzia Asianews – Muhammad Ali Jinnah, padre fondatore del Pakistan, in uno storico
discorso avanti alla neocostituita Assemblea Costituente promise “libertà e uguaglianza”
per tutte le fedi nel nuovo Paese. I cristiani di vari gruppi hanno così preso questo
giorno come simbolo, per una marcia di protesta organizzata dalla ong pro-diritti
Human Rights Focus Pakistan (Hrfp) fino al Circolo della Stampa di Lahore, dove hanno
tenuto una conferenza stampa. Naveed ha sollecitato in conferenza una modifica del
sistema elettorale che consenta alle minoranze religiose pakistane di eleggere in
modo diretto i loro rappresentanti nei parlamenti nazionale e regionali, mentre oggi
ogni minoranza ha una quota di seggi riservati che sono però destinati a persone scelte
dai partiti politici, senza passare per il vaglio del voto popolare. Mentre il governo
pachistano aveva fissato per l’11 agosto una “Giornata delle minoranze”, il parlamentare
cristiano Nazir S. Bhatti ha di contro sostenuto che non ha senso parlare di “giorno
delle minoranze” finché nel Paese i cristiani sono perseguitati per la loro fede con
arresti e violenze, e ha annunciato che anche lui avrebbe osservato un “giorno di
lutto” in ricordo di simili persecuzioni contro le minoranze. (C.F.)