Accordo vicino sulle tariffe postali per le riviste diocesane e missionarie, voci
libere sul territorio
Cauta soddisfazione: è il sentimento prevalente tra i settimanali diocesani e le riviste
missionarie dopo il via libera della Presidenza del Consiglio all'accordo tra la Fieg,
la Federazione degli editori, e le Poste italiane, per limitare gli aumenti delle
tariffe postali. Aumenti entrati in vigore il 31 marzo scorso che hanno gravato pesantemente
sul bilancio della piccola editoria, in particolare sui giornali diocesani e missionari.
D'altro canto, nonostante l’accordo siglato tra Fieg e Poste Italiane, rischiano ancora
di rimanere fuori dalle agevolazioni le pubblicazioni con tirature inferiori alle
20mila copie. Sulla decisione del governo e le prospettive per la piccola editoria,
Fabio Colagrande ha intervistato don Giorgio Zucchelli, presidente della
Fisc, la Federazione dei settimanali diocesani:
R. – E’ un
passo positivo anche se non ancora definitivo, perché manca ancora il “placet” dello
Sviluppo economico, che è quello più importante. Quindi, siamo ancora in una fase
di “fiduciosa attesa” perché questo è un passo importante! L’accordo è stato presentato
la settimana scorsa, conteneva alcune dizioni che non potevano essere accettate dal
punto di vista tecnico. Se il presidente del Consiglio ha dato parere positivo, vuol
dire che sono stati risolti questi problemi tecnici, che erano molto importanti e
delicati. Staremo adesso a vedere il passaggio un po’ più delicato che è quello, appunto,
dello Sviluppo economico.
D. – Dal 31 marzo ad oggi, i settimanali diocesani
in Italia che danno hanno avuto da quel decreto?
R. – Sono stati danni
notevoli: io non posso quantificarli, però sono stati notevoli perché il costo postale
è stato raddoppiato. Io so di alcuni miei colleghi che hanno ridotto le pagine, quindi
gli spazi informativi, e che hanno allungato le ferie, hanno chiuso prima del solito
e riapriranno dopo il solito in modo da poter risparmiare … Grosse difficoltà! Se,
come c’è scritto su “Avvenire”, l’accordo potrà essere firmato e potrà essere attivo
dal 15 settembre, saranno stati cinque mesi e mezzo di dramma che però si è risolto.
E quindi, meglio guardare al futuro, ormai, che non piangere sul passato. Cercheremo
di venire incontro a chi ha bisogno, ma se l’accordo che verrà approvato sarà come
ci è stato presentato nei giorni scorsi, per la Fisc è certamente positivo! Abbiamo
dovuto soffrire parecchio, in questi cinque mesi, ma poi per il futuro ci sarà per
noi una possibilità di rilancio per i nostri giornali.
D. – Don Zucchelli,
a rischio ci sono molti posti di lavoro, ma a rischio c’è soprattutto l’impoverimento
dell’offerta editoriale sui territori. Come dice “Avvenire”: molto spesso i giornali
diocesani sono voci libere, voci scomode, anche …
R. – Sono voci alternative
sul territorio che non hanno nessun “padrone” a cui rispondere se non ai propri lettori,
perché noi siamo dipendenti soltanto dalle diocesi; certamente, i nostri giornali
sono una voce forte – noi pubblichiamo oltre un milione di copie – un' alternativa
nei singoli territori. Quindi noi non vogliamo assolutamente chiudere. Noi faremo
di tutto per non chiudere! (Montaggio a cura di Maria Brigini)