2010-08-13 15:05:37

Accordo vicino sulle tariffe postali per le riviste diocesane e missionarie, voci libere sul territorio


Cauta soddisfazione: è il sentimento prevalente tra i settimanali diocesani e le riviste missionarie dopo il via libera della Presidenza del Consiglio all'accordo tra la Fieg, la Federazione degli editori, e le Poste italiane, per limitare gli aumenti delle tariffe postali. Aumenti entrati in vigore il 31 marzo scorso che hanno gravato pesantemente sul bilancio della piccola editoria, in particolare sui giornali diocesani e missionari. D'altro canto, nonostante l’accordo siglato tra Fieg e Poste Italiane, rischiano ancora di rimanere fuori dalle agevolazioni le pubblicazioni con tirature inferiori alle 20mila copie. Sulla decisione del governo e le prospettive per la piccola editoria, Fabio Colagrande ha intervistato don Giorgio Zucchelli, presidente della Fisc, la Federazione dei settimanali diocesani:RealAudioMP3

R. – E’ un passo positivo anche se non ancora definitivo, perché manca ancora il “placet” dello Sviluppo economico, che è quello più importante. Quindi, siamo ancora in una fase di “fiduciosa attesa” perché questo è un passo importante! L’accordo è stato presentato la settimana scorsa, conteneva alcune dizioni che non potevano essere accettate dal punto di vista tecnico. Se il presidente del Consiglio ha dato parere positivo, vuol dire che sono stati risolti questi problemi tecnici, che erano molto importanti e delicati. Staremo adesso a vedere il passaggio un po’ più delicato che è quello, appunto, dello Sviluppo economico.

D. – Dal 31 marzo ad oggi, i settimanali diocesani in Italia che danno hanno avuto da quel decreto?

R. – Sono stati danni notevoli: io non posso quantificarli, però sono stati notevoli perché il costo postale è stato raddoppiato. Io so di alcuni miei colleghi che hanno ridotto le pagine, quindi gli spazi informativi, e che hanno allungato le ferie, hanno chiuso prima del solito e riapriranno dopo il solito in modo da poter risparmiare … Grosse difficoltà! Se, come c’è scritto su “Avvenire”, l’accordo potrà essere firmato e potrà essere attivo dal 15 settembre, saranno stati cinque mesi e mezzo di dramma che però si è risolto. E quindi, meglio guardare al futuro, ormai, che non piangere sul passato. Cercheremo di venire incontro a chi ha bisogno, ma se l’accordo che verrà approvato sarà come ci è stato presentato nei giorni scorsi, per la Fisc è certamente positivo! Abbiamo dovuto soffrire parecchio, in questi cinque mesi, ma poi per il futuro ci sarà per noi una possibilità di rilancio per i nostri giornali.

D. – Don Zucchelli, a rischio ci sono molti posti di lavoro, ma a rischio c’è soprattutto l’impoverimento dell’offerta editoriale sui territori. Come dice “Avvenire”: molto spesso i giornali diocesani sono voci libere, voci scomode, anche …

R. – Sono voci alternative sul territorio che non hanno nessun “padrone” a cui rispondere se non ai propri lettori, perché noi siamo dipendenti soltanto dalle diocesi; certamente, i nostri giornali sono una voce forte – noi pubblichiamo oltre un milione di copie – un' alternativa nei singoli territori. Quindi noi non vogliamo assolutamente chiudere. Noi faremo di tutto per non chiudere! (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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