2010-08-12 15:29:45

Lettera del cardinale Tettamanzi alla famiglia della filippina uccisa a Milano


In una lettera alla famiglia di Emlou, la donna filippina massacrata a pugni per strada a Milano lo scorso 6 agosto, l'arcivescovo della città, cardinale Dionigi Tettamanzi, ha chiesto che venga celebrata una Messa di suffragio sabato mattina 14 agosto presso la Chiesa parrocchiale del SS. Redentore: qui si riunisce la stessa comunità che frequentava la signora Emlou. Un episodio – ha sottolineato il porporato – che deve spingere tutti a riflettere sul fatto che “accorgersi e intervenire per aiutare non è mai intromissione in vicende private, ma segno di legami sociali veri e forti”. L’assassinio, infatti, è stato ancora più sconvolgente in quanto durante l’aggressione, nessuno si è fermato per aiutare la vittima. “Esprimere – nella preghiera, con la vicinanza, con l’aiuto materiale – la propria solidarietà a chi è nel dolore, non è atto superfluo ma indice di appartenenza, condivisa, alla città”. Tra le riflessioni, il cardinale Tettamanzi si è soffermato sull’esempio di laboriosità di questa signora che – insieme alla sua famiglia – ha lasciato le Filippine per cercare lavoro a Milano. Si tratta di una vera e propria testimonianza della “presenza operosa, discreta e onesta di tanti immigrati nella nostra città, impegnati spesso nei lavori più umili, in molteplici e insostituibili servizi a beneficio diretto di tante persone”. Nella lettera non manca un pensiero per l’assassinio Oleg Fedchenko, affinché “possa egli maturare consapevolezza del male commesso e della sofferenza causata, così che giunga ad esprimere con sincerità il proprio pentimento e la propria volontà di riparazione”. “Questo – secondo il porporato – sarà il primo passo necessario per poter intraprendere il percorso di reinserimento nella vita della società”. (C.F.)







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