Il perdono è il modo in cui Dio vince: riflessioni di Benedetto XVI sul Vangelo
della misericordia
“Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”: è l’esortazione
che, nel Vangelo di oggi, Gesù rivolge a Pietro che gli chiedeva quante volte fosse
giusto perdonare. Il Signore racconta dunque la parabola del padrone che condona il
debito ad un suo servo il quale non mostra invece la stessa compassione verso un suo
debitore. Benedetto XVI si è soffermato spesso sulla misericordia di Dio e la forza
del perdono. Ce ne parla Alessandro Gisotti:
Il perdono
“è il modo in cui Dio vince”. Nonostante la nostra fragilità, sottolinea Benedetto
XVI, “il Signore, ricco di misericordia e di perdono, trasforma la vita dell’uomo
e lo chiama a seguirlo”.L’amore di Dio è un amore senza fine, ribadisce
il Papa. E ci incoraggia a prendere parte a questo amore, che sgorga dal cuore di
Gesù, dall’Eucaristia:
“Ogni volta quindi che vi accostate all’altare
per la Celebrazione eucaristica, si apra il vostro animo al perdono e alla riconciliazione
fraterna, pronti ad accettare le scuse di quanti vi hanno ferito e pronti, a vostra
volta, a perdonare”. (Messa nella Cattedrale di Albano, 21 settembre 2008)
Un
perdono che nasce dalla conversione del cuore, dall’umiltà, dal riconoscerci peccatori.
“Proprio abbassandoci insieme a Cristo – avverte il Papa – noi ci innalziamo fino
a lui e fino a Dio”:
“Dio è Amore e perciò la discesa, l’abbassamento,
che l’amore ci chiede, è allo stesso tempo la vera ascesa. Proprio così, abbassandoci,
noi raggiungiamo l’altezza di Gesù Cristo, la vera altezza dell’essere umano”. (Omelia,
Messa di Pentecoste, 15 maggio 2005)
Anche la Chiesa nasce nel segno
del perdono. Proprio il perdono, infatti, è la riflessione del Papa, è il potere nuovo
che Gesù dona agli Apostoli, nel giorno di Pentecoste. Il perdono unisce gli uomini.
Vince le divisioni dell’umanità:
“La forza, che apre e fa superare
Babele, è la forza del perdono. Gesù può donare il perdono ed il potere di perdonare,
perché egli stesso ha sofferto le conseguenze della colpa e le ha dissolte nella fiamma
del suo amore. Il perdono viene dalla Croce; egli trasforma il mondo con l’amore che
si dona. Il suo cuore aperto sulla Croce è la porta attraverso cui entra nel mondo
la grazia del perdono. E soltanto questa grazia può trasformare il mondo ed edificare
la pace”. (Omelia, Messa di Pentecoste, 15 maggio 2005)
Sul tema
del perdono, il Pontefice si sofferma lungamente nella catechesi dedicata a Giuda
Iscariota, l’apostolo che tradì il Cristo. Anche Pietro, rammenta il Papa, tradì il
Signore, ma seppe accettarne il perdono, seppe affidarsi alla misericordia divina.
In Giuda, invece, il pentimento “degenera in disperazione” e alla fine in un atto
di “autodistruzione”:
“E’ per noi un invito a tener sempre presente
quanto dice San Benedetto: ‘Non disperare mai della misericordia divina’. (…) Gesù
rispetta la nostra libertà; Gesù aspetta la nostra disponibilità al pentimento e alla
conversione: è ricco di misericordia e di perdono”. (Udienza generale, 18 ottobre
2006)